Dopo che Cosmari ha deciso di fermare la rimozione delle macerie in attesa delle analisi che dovranno essere svolte da Arpam e Asur per verificare l’eventuale presenza di amianto tra i detriti, nei comuni del cratere c’è preoccupazione per l’ennesimo stop che rischia di ritardare ancor di più una ricostruzione che, di fatto, non è mai partita. A cominciare proprio da Arquata dove il vice sindaco auspica in una soluzione rapida della questione. «Speriamo che facciano in fretta – è l’auspicio del vice sindaco Michele Franchi -. Arpam e Asur dovranno fare dei controlli, aspetteremo qualche giorno ma se questa situazione non si risolverà nell’arco di qualche giorno faremo sentire la nostra voce e protesteremo con forza. È da mesi ormai che, per un motivo o per un altro, è più il tempo che stanno fermi che quello in cui portano via le macerie». «Questa volta la causa dello stop è stato il pericolo dell’amianto – evidenzia Franchi -, un’altra volta si è fermato tutto per la violazione delle norme ma sta di fatto che non possiamo procedere con le demolizioni. Vogliamo vederci chiaro, così non si può più andare avanti. Abbiamo tanti cantieri aperti ma sono fermi. Se continua così, la ricostruzione quando la facciamo?». La decisione dei vertici di Cosmari di fermare in tutte Marche la raccolta e la lavorazione delle macerie dopo che la Procura di Macerata ha aperto una inchiesta per la presenza di tracce di amianto tra i resti degli edifici lesionati dal terremoto e abbattuti, ha destato profondo malcontento negli amministratori locali costretti già a fare i conti con i ritardi di una ricostruzione che non è mai partita.