Stufi dei continui ritardi per l’erogazione dei Cas (ovvero i contributi di autonoma sistemazione), alcuni degli ascolani sfollati a causa del terremoto e della conseguente inagibilità ora minacciano forme di protesta eclatanti. Ancora un ritardo, questo mese, che, facendo il paio con quello già registratosi nello scorso febbraio e aggiungendo anche quanto successo già la scorsa estate (con il mese di luglio che è stato pagato a fine ottobre), sta mettendo letteralmente in ginocchio molte delle quasi 900 famiglie che hanno diritto al contributo. Famiglie che, in certi casi, si ritrovano a dover pagare il mutuo per la casa danneggiata e a tutt’oggi inutilizzabile e, al tempo stesso, devono anticipare anche i soldi per poter pagare l’affitto della soluzione abitativa temporanea individuata. Un fardello insostenibile che vede queste persone doverci mettere la faccia e chiedere continui slittamenti dei pagamenti, a fronte di un’impossibilità di pagare nei tempi giusti a causa dei continui ritardi nel versamento dei Cas. E quindi pur non avendo, come inquilini in emergenza, nessuna responsabilità.
Dalla mancanza di fondi, come avvenuto nello scorcio finale del 2018, ad addotti problemi di tipo informatico o tecnologico, quando i ritardi diventano quasi cronici è chiaro che per chi si trova con l’acqua alla gola le difficoltà diventano vera e propria emergenza. Perché è difficile andare avanti senza sapere se e quando arriverà il “salvagente” mensile del contributo a cui si avrebbe legittimamente diritto. E’ per questo che alcuni dei beneficiari dei Cas si sono recati ancora a chiedere spiegazioni agli uffici comunali preposti, altri provano a chiedere alla Regione in cerca di spiegazioni. Mentre in diversi si sono dovuti rivolgere alle banche per congelare i previsti pagamenti dei canoni di affitto delle abitazioni attuali, temporanee, in attesa di poter rientrare nelle proprie case originarie. Il ritornello dei ritardi, di fatto, accompagna questi contributi di autonoma sistemazione ormai da diverso tempo. Senza andare troppo indietro nel tempo, già la scorsa estate le quasi 900 famiglie sfollate ascolane hanno dovuto attendere diversi mesi prima di poter ricevere le somme previste per i Cas. Basti pensare che solo alla fine di ottobre del 2018 sono stati erogati i contributi relativi al precedente mese di luglio. E poi si è arrivati al gennaio scorso per poter vedere saldati – con l’arrivo degli attesi fondi – tutte le mensilità dell’anno scorso. Ma non finisce qui, perché poi già nello scorso mese di febbraio si è registrato un ulteriore ritardo nell’erogazione attribuito ad un problema tecnico-contabile. Ed eccoci a marzo, mese in cui “puntualmente” si registra un ulteriore ritardo. Senza che si sappia con precisione quando si procederà all’erogazione dei Cas.
LA PROTESTA
A questo punto, la protesta in forme eclatanti sembra dietro l’angolo. Alcuni degli aventi diritto al contributo, trovando sempre più in difficoltà nel riuscire comunque ad anticipare i soldi dell’affitto di fronte ai costanti ritardi rispetto alle scadenze mensili e alla totale incertezza anche per quel che riguarda il futuro, minacciano di arrivare già entro la fine di marzo a proteste più eclatanti. «Non possiamo vivere – dice qualcuno tra i cittadini che lamentano i ritardi nell’erogazione dei Cas –con l’incubo di ritrovarci nella condizione di dover pagare di tasca nostra i canoni di affitto che dovrebbero essere coperti dai contributi, tra le tante difficoltà di arrivare a fine mese. Adesso basta: ci sentiamo presi in giro e la pazienza è terminata».