L’Università del Piceno si guarda allo specchio e scopre la necessità di provare a crescere ancora. E lo specchio, in questo caso, è lo studio messo a punto dagli esperti della Politecnica delle Marche per conto del Consorzio universitario piceno. Uno studio che evidenzia dati importanti, su cui riflettere. Se, infatti, resta indiscutibile il ruolo del sistema universitario sia dal punto di vista dell’impatto economico registrato in questi anni, pari a circa 20 milioni di euro, l’altro aspetto da verificare e approfondire è quello degli studenti iscritti che, dopo una crescita costante dal 2007 fino al picco di oltre 3.000 unità nel 2011, è lievemente sceso a 2.215 studenti soprattutto per la diminuzione dei corsi di laurea, passati da 12 a 9. Ed è qui, forse, che ora bisognerà tornare a lavorare, dopo il gran lavoro fatto negli anni anche attraverso il Consorzio universitario piceno, per poter assegnare all’Università il ruolo fondamentale che dovrebbe avere per Ascoli e il Piceno. Stringendo sempre più anche il rapporto con le imprese e l’innovazione.
Esaminando con attenzione i dati inseriti nello studio della Politecnica delle Marche relativi al numero di iscritti e di corsi presenti sul territorio ascolano, emerge subito lo stretto collegamento tra iscrizioni e offerta di corsi di laurea. Non si può, infatti, parlare di un calo di iscrizioni per mancanza di attrattività dei corsi, ma semplicemente per una riduzione dei corsi di laurea avvenuta attorno al 2011, quando si è passati da 12 a 11 e poi a 9 corsi per aspiranti laureati. Questo, di fatto, va a giustificare il fatto che rispetto agli iscritti del 2007-2008, che erano 2.706, si è prima saliti fino al picco di 3.124 iscritti nel 2011-2012 e poi, con la citata riduzione dei corsi, ad un prevedibile calo di iscrizioni, ad oggi, di circa 500 unità. Infatti, nell’anno 2018-2019 gli studenti iscritti ai 9 corsi di laurea presenti nel Piceno sono, come detto, 2.215. Ripercorrendo proprio l’andamento delle iscrizioni negli ultimi 12 anni, si nota che con 12 corsi laurea tra il 2007 e il 2011 si è passati dai 2.706 ai 2.952 iscritti del 2008-2009, poi saliti a 2.976 nel 2009-2010 e a 2.999 nel 2010-2011. Poi paradossalmente, con la riduzione a 11 corsi, si è registrato il dato più alto in assoluto, con addirittura 3.124 iscritti. Da qui il lento calo, con 2.867 iscritti (sempre 11 corsi) nel 2012-2013 e via via a scendere con 9 corsi di laurea (a parte una lieve risalita nel 2016-2017) fino ad arrivare agli attuali 2.2015 iscritti. Un dato che si attesta, dunque, leggermente sopra i 2.200 studenti. Ma bisogna anche considerare che nel conteggio degli esperti che hanno elaborato lo studio non sono stati inclusi gli iscritti ad altre facoltà che hanno una differente strutturazione quali i corsi di Alma Mater, quelli con l’Università del New Hampshire e quelli di Scienze religiose.
Per quel che riguarda il numero di corsi e di docenti universitari, nel Piceno, – come riporta lo studio della Politecnica delle Marche – la situazione sembra essersi stabilizzata. Anche se, proprio negli ultimi due anni, si è registrato un incremento dei corsi universitari in generale, aldilà dei corsi di laurea. Con questi ultimi che, invece, come detto sono passati dai 12 del 2007-2008 agli del 2011-2012 per arrivare ai 9 corsi presenti dal 2013-2014 ad oggi. I corsi universitari complessivi, quindi considerando anche altri corsi che affiancano i corsi di laurea, si è arrivati nell’anno in corso a 25 proposte formative, considerando che nel 2007 tutti i corsi erano 20 e in un periodo erano addirittura scesi a 15 complessivi.
Per chi volesse studiare nel Piceno per ottenere una laurea, l’offerta formativa è costituita attualmente da 9 corsi. Nello specifico, due sono i corsi di laurea magistrale e sono entrambi ad Ascoli città: si tratta della Facoltà di architettura e del corso di Design computazionale. Entrambi dipendono dall’Università di Camerino. Altri corsi di laurea legati all’Ateneo camerte e presenti nella provincia ascolana sono quelli di Scienze dell’Architettura, Disegno industriale e ambientale e Tecnologia e diagnostica per la conservazione e il restauro (tutti e tre con sede ad Ascoli) e quelli di Biologia della nutrizione con sede a San Benedetto. Gli altri tre corsi di laurea presenti nel Piceno sono, invece, dipendenti dall’Università Politecnica delle Marche e sono quelli di Infermieristica ad Ascoli e di Economia aziendale e Management pubblico e sistemi socio-sanitari a San Benedetto.
Sono 1.401, pari al 60% degli iscritti a tutti i corsi di laurea, gli studenti che provengono da fuori provincia (anche da altre regioni). Poi c’è un 2% anche di studenti stranieri, con i piceni (in totale 858) che rappresentano, quindi, il 38% della popolazione universitaria da queste parti. Un dato importante perché testimonia come la maggioranza dei ragazzi e studiano nelle sedi universitarie ascolane sono a larga maggioranza di altre zone e, quindi, vengono a stabilirsi appositamente ad Ascoli e in provincia per completare il percorso di studio. Questo significa che la loro presenza costituisce non solo un valore aggiunto dal punto di vista dell’animazione sociale e, quindi, della maggiore vitalità giovanile, ma anche e soprattutto in termini economici. Nello studio della Politecnica delle Marche, ad esempio, si stima (secondo ipotesi prudenziali) una spesa annuale pro capite (ovvero per ciascuno studente fuori sede) compresa tra i 5.000 e i 7.000 euro (considerando che solo una parte di essi affitta un appartamento o una camera). Quindi con una spesa annuale sul territorio che oscilla tra 7.005.000 e 9.807.000 di euro. Cui si aggiunge anche una ipotetica spesa di 6-7.000 euro annui di quegli 858 ascolani che, comunque, continuano a restare e spendere sul territorio ascolano anziché altrove. Per completare il quadro delle risorse che arrivano sul territorio piceno, dallo studio emerge che i docenti residenti fuori provincia sono pari a 255 e, sulla base di ipotesi prudenziali (considerando che anche in questo caso solo una parte affitta un appartamento) si può stimare una spesa annuale compresa tra i 4.000 e i 6.000 euro. In questo senso, ogni anno i docenti porterebbero sul territorio da 1.020.000 e 1.530.000 euro. Dato interessante, infine, quello che riguarda il numero di laureati che è cresciuto, passando dai 434 del 2008 ai 576 di quest’anno.
Una forbice tra i 15 e i 20 milioni di euro: questo il valore dell’impatto della presenza universitaria nel Piceno, ogni anno, in termini di ricadute – dirette e indirette – sul territorio, secondo le stime messe a punto dallo spin-off “Live”, della Politecnica delle Marche. Un’indagine per offrire una valutazione attendibile dell’impatto che la presenza delle sedi accademiche hanno avuto ed hanno tutt’ora per le comunità locali. Un calcolo che porta, con maggiore precisione, ad un impatto economico calcolato tra i 15.230.000 e i 20.476.000 euro. Valore a cui si arriva sommando risorse risparmiate, risorse attratte (ovvero studenti e docenti), risorse investite dal Consorzio universitario piceno e investimenti delle Università.