A Maltignano sono in arrivo i finanziamenti per le indagini alle grotte tombate del centro storico.
La presenza di instabilità sismoinducibile ha costituito uno degli elementi di maggior criticità nella fase di ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici a far data dal 24 agosto 2016. Soprattutto nel caso unicum delle grotte tombate di Maltignano, ormai da tempo sotto la lente d’ingrandimento da parte di Protezione Civile Nazionale, geologi, Università di Camerino e Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazione (CentroMS). Si tratta di grotte d’origine antropica, che nel tempo sono state probabilmente usate come stiva per acqua e viveri, presenti nel sottosuolo del centro storico di Maltignano.
Pur avendo notevolmente migliorato il livello conoscitivo di base, attraverso la mappatura di nuove zone di attenzione per instabilità sismoindotta, le informazioni ad oggi disponibili non consentono tuttavia di aiutare pienamente la pericolosità sismica del territorio, tanto da rendere necessari ulteriori approfondimenti per programmare in sicurezza e al meglio la fase di ricostruzione nel Comune, ad ovest di Acquasanta, più colpito della provincia in termini danni riportati sul territorio dopo gli eventi tellurici del 2016 e del 2017. Strani echi lontani e strani rumori provenienti dal sottosuolo sono stati riscontrati dai cittadini del centro storico nei mesi successivi alle scosse di terremoto; da qui l’esigenza dell’amministrazione di chiedere ulteriori fondi. Il finanziamento approvato da parte del Dipartimento della Protezione Civile è di 31.533,72 euro per il Comune, oltre ai 13.514,45 destinati al CentroMs da utilizzare per gli studi necessari a far chiarezza sulla vicenda delle grotte tombate.
“Ringraziamo la Protezione Civile Nazionale – afferma il sindaco Falcioni – per questa prima erogazione di particolare importanza. Questa amministrazione ha sempre richiesto la specificità di determinate problematiche, probabilmente uniche nell’ambito del cratere. Infatti queste cavità, di origine antropica, sono conosciute da molto tempo; furono utilizzate come stive e, nell’ultimo conflitto mondiale, come rifugio dopo la ritirata tedesca. Alcune sono state tombate, altre sono visitabili ed ancora utilizzate. Tra l’altro, data la particolare origine geologica del sottosuolo del centro storico – continua il primo cittadino – sono costantemente piene d’acqua per la risalita della falda acquifera. Per questo motivo confidiamo che questo sia solo il primo passo per ulteriori e più approfonditi studi al fine di una ricostruzione del centro storico più sicura. Non escludiamo che la richiesta di nuovi fondi sia finalizzata al recupero di queste grotte proprio per il loro”unicum nel contesto del sisma, e per questo abbiamo sollecitato un nuovo sopralluogo da parte della Protezione Civile Nazionale”.