In tempi record si arriva ora alla creazione di quella struttura operativa che può essere definita la “task force antipovertà e per le emergenze sociali”. Un obiettivo che l’Arengo si era prefissato con l’avvio della nuova legislatura e che giunge adesso alla fase concreta, – grazie al lavoro portato avanti dall’assessore delegato, Massimiliano Brugni – con la firma dell’accordo di programma tra l’ente e alcune delle principali realtà di volontariato e aiuto sociale cittadine per definire nei dettagli un servizio organizzato e coordinato da mettere al fianco di chi ha bisogno. Firma che è prevista per il prossimo 11 novembre e che sancirà l’attivazione ufficiale di questa task force al servizio delle fasce deboli della città. Per trasformare un servizio di assistenza in una vera e propria comunità inclusiva.
L’intesa che l’Arengo andrà a siglare per attivare un servizio coordinato e organizzato in risposta alle criticità sociali della città, vedrà anche la firma del Pas (il Polo dell’accoglienza che comprende 16 altre realtà del volontariato), le associazioni Il Mattino, Le querce di Mamre e il Banco di solidarietà Arca, oltre alla Caritas diocesana e alla casa dell’Istituto delle suore oblate del Santissimo redentore. E sarà un accordo aperto per far fronte allo scenario delle emergenze sociali in maniera il più ampia possibile. «Si tratta di un passaggio molto importante – spiega l’assessore alle politiche sociali Brugni – che formalizzerà la messa in rete di tutti i soggetti e gli strumenti per garantire il più possibile una collaborazione importante e concreta per garantire sicurezza sociale ed intervenire sulle emergenze in maniera coordinata ed efficiente. L’obiettivo è instaurare una forte collaborazione, per rispondere prontamente a tutte le emergenze».
Con l’accordo di programma definito dall’Arengo, si va ad istituire un modello di lavoro per le emergenze sociali e per il reinserimento dei nuclei familiari in condizione di povertà o emarginati. L’Arengo attiverà uno Sportello per informazioni, consulenza e orientamento per le famiglie in difficoltà. Il Comune, quindi, gestirà un primo colloquio per acquisire tutte le informazioni da parte di chi chiede un aiuto per poi definire una profilatura della persona. Dopodiché si compilerà una scheda e il caso verrà esaminato dal gruppo di lavoro (costituito da un assistente sociale comunale, dall’assistente che ha gestito il primo colloquio, da due referenti delle organizzazioni che fanno parte dell’accordo). Il gruppo di lavoro sarà convocato una volta al mese salvo casi urgenti.