L’Arengo spiana la strada al nuovo Piano comunale di protezione civile per renderlo più efficace, utilizzabile e, soprattutto, in linea con le recenti normative e con le modifiche apportate, purtroppo, dall’ultimo impattante terremoto sia alla viabilità che all’utilizzo di aree ed edifici. Il tutto da completare entro 8 mesi. Per questo motivo, dopo 4 anni e mezzo dall’approvazione del precedente, varato nel maggio 2015, è stato definito un gruppo tecnico di lavoro, con l’ausilio di due esperti esterni, che adesso sarà chiamato a rovesciare come un calzino la pianificazione ormai superata partendo dalle procedure per arrivare alla ridefinizione delle aree di ammassamento, degli edifici utilizzabili in caso di necessità e tanto altro ancora. Un lavoro consistente (basti pensare che persino la sede attuale della Protezione civile comunale è inagibile) che riparte dalla determina varata dal comandante della polizia municipale, Patrizia Celani, e che dovrà servire a farsi trovare pronti e in grado di operare al meglio nel caso – pur facendo gli scongiuri – di eventuali future calamità.
A distanza di 4 anni e mezzo, si torna, dunque, a rimettere mano al Piano comunale di protezione civile a causa del superamento di quello in vigore sia per una revisione normativa sia per le mutate condizioni a causa proprio degli effetti del terremoto su viabilità ed edifici inseriti nel Piano per le emergenze, a partire proprio dalla sede della Protezione civile dell’Arengo. Sul fronte normativo, nel frattempo, c’è stata la nuova legge quadro sulla Protezione civile così come sono state disposte nuove linee guida dalla Regione oltre alla modifica del sistema di allertamento. Al resto ha pensato il sisma che ora indurrà a rivedere quali debbano essere i punti strategici, le aree di ammassamento, le strutture utilizzabili e altro ancora. Adesso la palla passa al gruppo tecnico di lavoro appena composto e formalizzato dall’apposita determina della comandante dei vigili urbani che avrà, come detto, 8 mesi di tempo per varare la nuova pianificazione per intervenire in caso di emergenze e calamità.
In questi 8 mesi, il gruppo di lavoro dovrà aggiornare e revisionare il Piano di emergenza sia per possibili variazioni di alcuni scenari di rischio, sia per armonizzarlo – come detto – con le nuove normative, per fornire al sindaco ed al prefetto uno strumento di lavoro flessibile, secondo i rischi presenti sul territorio, e delineando un metodo di lavoro semplice nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per coordinare con efficacia la risposta della Protezione civile di fronte ad una calamità naturale. Oltre al personale individuato all’interno dell’ente, si è deciso di inserire nel gruppo anche due esperti esterni. Si tratta dell’ingegner Roberto Gregori e dell’architetto Francesca Schiavone. Gregori si occuperà principalmente dell’aggiornamento del Piano con riferimento alle riforme normative, individuando compiti e responsabilità definendo le modalità di coordinamento organizzativo nell’attuazione degli interventi e risorse umani e materiali per fronteggiare l’emergenza oltreché le aree di emergenza e gli altri fattori necessari ad ottimizzare azioni e tempi per ridurre i disagi alla popolazione. L’architetto Schiavone, invece, si occuperà di previsioni, procedure e strumenti atti a formulare risposte congruenti con le specifiche necessità dei cittadini più vulnerabili, nella fase dell’emergenza, con particolare riferimento a persone con disabilità, ma anche bambini ed anziani.