C’è anche qualche ex imprenditore in difficoltà tra gli utenti della mensa per i poveri, i disagiati, gli emarginati, gestita da Zarepta e ora trasferitasi nel nuovo Polo di accoglienza e solidarietà all’ex seminario vescovile. Il servizio gestito dall’associazione, di fatto, monitora costantemente le emergenze sociali in città e registra dati – forniìti dal presidente Corrado Bruni, decisamente significativi: sono stati oltre 17.600, nel 2018, i pasti offerti a chi ne ha bisogno e ad usufruire del servizio ci sono anche persone che fino a poco tempo fa vivevano la loro vita normale o addirittura benestante e in un attimo si sono ritrovate nel tunnel del disagio. Tra questi – come conferma Bruni – anche qualche ex imprenditore, oltre a diversi disoccupati. Perché su una media di circa 70 persone al giorno che entrano nella mensa, ben il 67% sono ascolani. Ascolani che hanno problemi legati anche alla perdita del lavoro e che per dignità hanno evitato finché hanno potuto di chiedere aiuto, poi esauriti i risparmi, si ritrovano a ringraziare gli 80 volontari della mensa per i poveri. Una fotografia spietata e preoccupante.mentali, che il mondo del lavoro scarta. Come cittadini non possiamo non preoccuparci». Ma ora la mensa di Zarepta cresce anche dal punto di vista logistico e organizzativo. «Con il nostro trasferimento all’interno del Pas, il polo dell’accoglienza – conclude Bruni – il nostro servizio potrà essere ancora più efficiente. Tra l’altro, nell’ambito dei contributi per progetti legati al post terremoto, abbiamo ottenuto dall’apposito comitato di Cgil, Cisl e Uil il finanziamento per una nuova cucina in grado di servire anche più pasti. Il nostro obiettivo resta far sentire a casa loro tutti i nostri ospiti».