Un patto sociale fra cittadini, imprese, associazioni di categoria, professionisti e istituzioni locali e nazionali. E’ questo il messaggio che la Cna di Ascoli lancia dal qualificato e partecipato convegno “Ripartire, ricostruire, ricominciare”, organizzato proprio per mettere a confronto tutti gli attori della ricostruzione post sisma. Incontro al quale hanno partecipato circa duecento operatori del settore, imprenditori e cittadini interessati al futuro del Piceno terremotato. “Un patto – precisa Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – che dovrà consentire procedure più snelle ma anche un nuovo approccio, non solo riguardo a ciò che è stato distrutto o danneggiato, ma anche verso una nuova politica del territorio in chiave di riqualificazione e prevenzione”. Concetto rimarcato dal presidente della Cna Picena, Luigi Passaretti: “La nostra zona montana rischia sempre più la desertificazione e, a tre anni dal sisma, due terzi delle abitazioni e delle attività produttive non hanno ancora nemmeno ricevuto il via libera per iniziare i lavori di ricostruzione”.
La Cna, con l’intero sistema ad esso collegato, si mette a disposizione di cittadini e imprese per ricostruzione e rilancio delle imprese, come ha precisato Massimo Capriotti, direttore per il Piceno di “Unico”: “Credito diretto, fondi perduti e fideiussioni. Gli strumenti economici ci sono ma soprattutto le piccole e micro imprese hanno bisogno di indicazioni precise e chiare sugli strumenti migliori da utilizzare per il target della loro attività”.
Da queste premesse è scaturito il dibattito, acceso e partecipato, avviato dai saluti di Gino Sabatini, presidente della Camera di commercio delle Marche e da un videomessaggio del professor Gianluca Gregori, rettore dell’Università politecnica delle Marche, che ha messo l’accento sull’importanza della collaborazione di chi forma, come l’università, con la Cna che rappresenta il bacino di utenza di quelle imprese che potranno e dovranno beneficiare di queste professionalità d’eccellenza.
Anna Casini, vice presidente Regione Marche: “Abbiamo presentato più di un rilievo ai vari decreti, e anche a quest’ultimo sul bonus, in qualche caso abbiamo ricevuto riscontri positivi, in altri ancora no. Bene, ad esempio, rendere maggiormente utilizzabile l’autocertificazione. Ma questa misura avrà efficacia solo per le proprietà indivise. Siamo comunque convinti che il Sisma Bonus potrà essere di grande aiuto in un programma di più ampio respiro e che veda, oltre alla ricostruzione del distrutto o del danneggiato, anche una riqualificazione complessiva del patrimonio immobiliare e quindi del territorio”.
Le indicazione dell’Assessore e della Regione sono state apprezzate dai rappresentanti degli ordini che hanno messo l’accento sul fatto che maggiore è la collaborazione fra professionisti e organismi pubblici, minore sarà il tempo necessario per portare a termine la progettazione e i conseguenti lavori. Questo concetto è stato rimarcato con forza da: Sergio Corradetti, vice presidente del Collegio dei geometri di Ascoli, Stefano Babini, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Ascoli, Dario Nanni, presidente dell’Ordine degli architetti di Ascoli. Mentre l’ingegner Andrea Crocioni, dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione ha rimarcato come la sinergia forte e costante con i prfessionisti sia fondamentale per andare avanti presto e bene.
E della necessità di un’accelerazione dei tempi e di una vera sburocratizzazione ha parlato Enzo Ponzio, presidente nazionale di Cna Costruzioni: “Passa l’emergenza e restano i problemi. A cominciare da ben 86 ordinanze che chi deve ricostruire o ristrutturare deve fare i conti. Per questo a monte ci vuole un grande cambio di mentalità che permetta a chi opera sul campo di essere veramente efficiente ed efficace sia nel corso dell’emergenza ma, più in generale, in un’ottica complessiva di ricostruzione”. Così come Mario Pagani responsabile, per la Cna nazionale del Dipartimento politiche industriali: “La realtà è che la piccola e micro impresa rischia di scomparire in aree, come quella del cratere sismico, dove è impensabile pensare a un ritorno alla vita normale senza ripristinare quel tessuto sociale ed economico che rappresenta la spina dorsale della nostra economia”.