Riqualificazione corso Trieste, per 3 o 4 mesi si lavorerà nel sottosuolo. Meno scavi e meno disagi per gli automobilisti

Continua il confronto tra all’Arengo per la riqualificazione di corso Trento e Trieste, il cui avvio è previsto entro il 2020, con la novità potrebbe essere un’accelerazione sui tempi ipotizzabili di almeno 4 mesi, evitando tutta la parte degli scavi per gli interventi relativi alla rete fognaria – indispensabili a fronte di almeno 40 anni senza interventi di manutenzione straordinaria – visto che prende corpo l’ipotesi di lavori dall’interno. Un discorso possibile anche grazie ai sondaggi già effettuati con la tecnologia del laser-scanner. Questo significa che si potrebbero evitare anche tutti i prevedibili disagi dettati da scavi su un asse viario fondamentale per l’attraversamento del centro storico. Su questo aspetto sta lavorando l’assessore ai lavori pubblici, Marco Cardinelli, d’intesa col sindaco Fioravanti, per provarle tutte al fine di ridurre al massimo la tempistica prevista per i lavori su corso Trieste e, al tempo stesso, per limitare il più possibile i disagi derivanti dal cantiere. Pur sapendo che si tratta comunque di un intervento impattante per la sua portata ma allo stesso tempo indispensabile e non più rinviabile, dopo anni di attesa. In ogni caso, se si riuscirà ad evitare gli scavi in profondità, come sembra, si andrà a ridurre i tempi di lavoro in strada (da circa 22 a 18 mesi), quindi con minori disagi. Una delle questioni più complesse legate all’intervento di riqualificazione di corso Trieste è senza dubbio quella del primo impatto, ovvero la fase riservata agli scavi per i sottoservizi, dalle fogne alla rete del gas. In questo senso, emerge innanzitutto una positiva novità garantita dai sondaggi con il laser-scanner che sarebbero esaustivi, anche dal punto di vista dei rapporti con la Soprintendenza, per evitare altri sondaggi con metodo tradizionale. E questo significa già che si potranno accorciare un po’ i tempi e ammortizzare i disagi legati ad ulteriori verifiche. Poi l’aspetto che Cardinelli sta affrontando con i tecnici è quello legato alla parte degli scavi in profondità, fino a 3,50 metri nel sottosuolo, relativi alla sistemazione della rete fognaria che neanche nel precedente intervento di riqualificazione, ovvero 33 anni fa, era stata sistemata. E quindi è facile immaginare quanto sia necessario, se non urgente – per scongiurare eventuali problemi più seri – un’opera di manutenzione straordinaria sulle tubazioni delle fogne. In tal senso, sembra possibile, anzi molto probabile effettuare l’intervento in questione senza dover ricorrere agli scavi, ma semplicemente lavorando dall’interno, dal sottosuolo. Riuscire ad eliminare gli scavi in profondità, potrebbe significare un risparmio di almeno 3 o 4 mesi di lavoro in superficie, quindi con tutti i disagi connessi. Un’operazione che consentirebbe di aprire il cantiere su strada solo una volta conclusi i lavori sottostanti. Anche evitando i possibili rallentamenti e le complicazioni che affiorano ogni qual volta si scavi in profondità nel centro storico.

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