Conferenza scompensi cardiaci Milani e staff cardiologia
Circa il 15% dei ricoveri che avvengono negli ospedali marchigiani sono dovuti a casi di scompenso cardiaco. Un disturbo frequente che aumenta con l’età. Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero. L’insufficienza cardiaca è una condizione clinica che ogni anno colpisce circa 10 milioni di persone nel mondo. Il termine insufficienza cardiaca e’ utilizzato per descrivere i segni e i sintomi associati all’incapacità del muscolo cardiaco di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze dell’organismo. I sintomi dell’insufficienza cardiaca possono manifestarsi con stanchezza, scarsa tolleranza all’esercizio fisico, difficoltà respiratoria, accumulo di fluidi nei polmoni, il cui primo segno generalmente è il rigonfiamento (edema) di gambe e/o braccia. Al momento sono disponibili diversi farmaci per il trattamento dell’insufficienza cardiaca ma alcuni pazienti non traggono vantaggi adeguati esclusivamente da questo approccio.
La nuova frontiera nel trattamento dello scompenso cardiaco sistolico e’ un sistema rivoluzionario in grado di erogare la terapia Cardiac Contractility Modulation (CCM). Il dispositivo OPTIMIZER Smart, progettato e sviluppato dall’azienda IMPULSE DYNAMICS, costituisce un’importante innovazione tecnologica per il trattamento di questa patologia. Tale sistema è indicato per l’uso in pazienti con insufficienza cardiaca sistolica e QRS <130 ms ma ancora sintomatici dopo terapia medica ottimale. Per la prima volta nell’unità di Cardiologia dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno guidata dal dr. Grossi è stata eseguita dal dr. Marchese e dal dr. Mazzotta. Ma che cosa è la CCM ( Cardiac Contractility Modulation)? Una terapia che migliora la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo con degli impulsi elettrici nel periodo refrattario assoluto cardiaco. La CCM determina una rimodulazione del metabolismo del calcio nei cuori scompensati andando ad agire direttamente sul livello di attività e sul numero delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula con conseguente incremento della sua contrattilità.
La prima procedura è stata eseguita su una paziente di 70 anni che soffriva di una forma avanzata di scompenso cardiaco. L’Impianto del dispositivo è stato eseguito in anestesia locale. Il giorno seguente la paziente è già in condizioni di alzarsi. Come dimostrato da numerosi studi clinici, l’uso a breve e lungo termine di questa terapia migliora l’efficienza e la potenza della contrazione cardiaca e aumenta la tolleranza all’esercizio (ET) e la qualità della vita (QoL) dei pazienti.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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