soldiSono 200, finora, le famiglie che hanno richiesto di continuare a percepire il contributo di autonoma sistemazione sulle circa 900 che ad oggi ne hanno usufruito. E per presentare le domande c’è tempo fino al prossimo 18 marzo, dopodiché chi non ha provveduto, dovrà dire addio per sempre ai famigerati Cas. L’annunciato giro di vite è ormai dietro l’angolo e arriva dopo più di 3 anni dalle prime tragiche scosse telluriche del 24 agosto 2016. Una stretta che è arrivata con l’ultima ordinanza sui contributi di autonoma sistemazione che sembra produrre i primi effetti già in vista del prossimo mese di marzo, quando si potrà sapere con certezza quante delle quasi 900 famiglie ascolane continueranno a percepire il sostegno previsto per chi ha dovuto trovare un’abitazione alternativa a causa dei danni del sisma e delle inagibilità degli edifici.

Di fatto, ad oggi ad Ascoli le richieste di continuare a percepire i Cas sono circa 200 su un totale di 893 famiglie che fino hanno incassato il contributo. Quindi circa 700 nuclei familiari non hanno ancora ottemperato e molti di loro potrebbero non farlo trovandosi a non rientrare più nei nuovi parametri, riducendo quindi in maniera consistente la cifra (adesso una media di oltre 650.000 euro al mese) che attualmente viene sostenuta proprio per aiutare le persone costrette ad abbandonare la casa dichiarata inagibile. E c’è tempo per presentare le richieste, come detto, fino al prossimo 18 marzo. Quindi meno di due mesi nel corso dei quali, teoricamente, dovrebbero rispondere all’appello altre 700 famiglie circa. Fatto sta, però, che sicuramente avranno un’incidenza importante anche i nuovi parametri restrittivi introdotti per quel che riguarda l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione. Parametri che potrebbero lasciar fuori diverse famiglie e, comunque, scoraggiano coloro che, magari, finora hanno fatto i furbi oppure hanno continuato a percepire i Cas in buona fede senza accorgersi di non averne più diritto. In ogni caso, bisognerà capire quanto inciderà realmente questa potenziale importante riduzione del sostegno alle famiglie sfollate. Un giro di vite anche per razionalizzare al massimo le risorse disponibili e darle effettivamente a chi ne ha reale diritto.

 

Le famiglie che finora hanno percepito i contributi di sistemazione e vogliono continuare a percepirli potranno presentare, entro il 18 marzo, la relativa dichiarazione di permanenza del diritto al beneficio solo se in possesso di precisi requisiti. Nel caso di proprietari di immobili che necessitano interventi di immediata riparazione, devono aver provveduto o devono essere nei tempi per provvedere alla presentazione agli Uffici speciali per la ricostruzione della documentazione richiesta secondo le modalità stabilite. Inoltre, chi presenta la dichiarazione non deve essere proprietario in data anteriore agli eventi sismici di un immobile idoneo all’uso per il nucleo familiare e che non sia stato già locato in forza di contratto o concesso in comodato d’uso regolarmente registrati prima del sisma; non deve aver fatto rientro nell’abitazione principale, abituale e continuativa, danneggiata dal sisma; non deve essere proprietario di immobili classificati come “B” o “C” (danni lievi) e non può risiedere nell’abitazione nel periodo di esecuzione dei lavori di riparazione definitiva; non deve aver trasferito la residenza o il domicilio al di fuori dal territorio regionale; non deve aver provveduto ad altra sistemazione avente carattere di stabilità.

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