Sono già circa 200 le richieste dei buoni spesa comunali che si avvicinano quasi a quota 200 e che, soprattutto, hanno evidenziato come siano numerosi i nuovi poveri da Coronavirus, ovvero i cittadini che fino a qualche tempo fa conducevano una vita normale ed ora, per lo stop lavorativo dovuto alla pandemia, si ritrovano senza fonti di reddito. Cittadini per i quali ora il sindaco sta valutando anche la consegna dei buoni spesa direttamente a casa. Famiglie in difficoltà che si aggiungono a quelle già seguite da tempo dai Servizi sociali del Comune. E l’Amministrazione comunale rilancia l’appello a tutti i cittadini affinché segnalino casi di persone sole in difficoltà al numero del Pronto soccorso sociale (329.3603850).
“Purtroppo sapevamo – commenta il sindaco Fioravanti – che ci sono in città tanti nuovi poveri da Coronavirus. Persone e famiglie che non possono essere lasciate sole e rappresentano, in questo momento, la nostra priorità parallelamente alle misure di contenimento del contagio. Tra l’altro, proprio per andare incontro a loro il più possibile, stiamo valutando l’ipotesi di portare a chi ne ha diritto i buoni spesa direttamente a casa”.
“Tanta gente che sta facendo ricorso ai nostri numeri di emergenza – spiega l’assessore alle politiche sociali Brugni – non faceva parte delle persone che già da tempo vengono assistite e aiutate dai nostri servizi comunali. Quindi questa emergenza ha creato tante nuove famiglie in gravi difficoltà economiche. Noi logicamente in questi casi cerchiamo anche di interessare le nostre assistenti sociali, che stanno lavorando h 24, per affiancare un supporto psicologico, molto importante, ai beni alimentari”. «Grazie alla rete che è stata costruita – aggiunge Brugni – riusciamo a stare dietro alle varie richieste di emergenza, ma continuiamo a ricordare alla collettività di chiamare il nostro per segnalarci eventuali situazioni di bisogno che rimangono silenti e che magari per rapporti di buon vicinato si viene a conoscenza».
Intanto, sempre sulla questione dei buoni spesa, per i controlli l’Arengo ha creato una sorta di centrale unica di elaborazione dei dati, che vede impegnato l’assessorato alle politiche sociali insieme al Pas e ad altre associazioni di volontariato, alle assistenti sociali e alla Protezione civile, per verificare se le persone che riceveranno i buoni siano realmente in linea con tutti i parametri previsti. Quindi, per combattere eventuali furbetti dell’emergenza.