Per la prima volta si è svolto in collegamento con il tribunale di Ascoli un interrogatorio di garanzia in videoconferenza. Il gip, Annalisa Giusti, dall’aula del palazzo di giustizia, alla presenza di un cancelliere, ha svolto l’interrogatorio in collegamento audio-video con il commissariato di San Benedetto dove si trovavano la coppia finita nei giorni scorsi in manette per reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti; con i due difensori, gli avvocati Maurizio Cacaci e Felice Franchi ed il pubblico ministero Cinzia Piccioni che ha partecipato anche lei in videoconferenza. Nonostante fosse la prima volta, tutto è filato liscio senza intralci. La nuova procedura si è resa necessaria a seguito dell’emergenza sanitaria e le misure introdotte dal governo per il contenimento dei contagi. L’utilizzo della videoconferenza in caso di udienze di convalida degli arresti, processi per direttissima e interrogatori di garanzia è il frutto di un protocollo firmato nelle scorse settimane dal tribunale di Ascoli in accordo con la procura della Repubblica, l’ordine degli avvocati della provincia e la camera penale di Ascoli al fine di non bloccare l’attività giudiziaria e garantire il rispetto dei termini imposti dal codice di procedura penale. Pertanto, con la firma del protocollo si è stabilito che il giudice sarà in aula insieme con un cancelliere mentre l’arrestato si collegherà telematicamente dal carcere oppure dalla camera di sicurezza di carabinieri o polizia dove è stato condotto subito dopo l’arresto. L’avvocato potrà decidere se partecipare all’udienza recandosi in tribunale; raggiungere il suo assistito in carcere o nella camera di sicurezza oppure collegandosi direttamente dal proprio studio o dalla propria abitazione.