di Luca Marcolini
Anche se siamo ancora nel mezzo del cammin dell’emergenza, una valutazione oggettiva va fatta. Una valutazione che riguarda il sistema sanitario piceno e la risposta che esso ha saputo fornire di fronte ad un nemico indecifrabile come il Coronavirus che in altre zone d’Italia (e anche della regione) ha colpito in maniera pesante la salute dei cittadini e l’organizzazione ospedaliera. Da queste parti, nonostante qualche previsione annunciata quanto sballata (per fortuna) riguardo l’arrivo di un’emergenza molto più grave pure sul territorio provinciale ascolano, la risposta dell’Area vasta 5, articolata e riorganizzata sui due plessi ospedalieri di Ascoli e San Benedetto, è risultata efficace e ineccepibile. Dai vertici, partendo dal direttore generale Milani per arrivare a tutti i componenti dell’unità di crisi, a tutti i medici (e in particolare a quelli in prima linea) – inclusi quelli richiamati in servizio – gli infermieri, gli operatori sanitari e non da ultima tutta l’area logistico-organizzativa, tutti hanno contribuito ad un risultato che, ad oggi, ha impedito al virus di ferire gravemente il territorio. Tempestiva e organizzata la reazione all’arrivo – ineludibile – dei primissimi casi di contagio, con l’evoluzione che ha poi portato alla riorganizzazione in due blocchi, con discorso Covid in riviera e tutto il resto nel capoluogo per continuare a garantire i servizi. Ma anche e soprattutto l’abnegazione, la professionalità e la disponibilità di tutti – in certi momenti per qualcuno anche con orari pesantissimi – hanno rappresentato un’arma invincibile. Il risultato che abbiamo sotto gli occhi, nonostante tutti i rischi e l’arrivo a San Benedetto anche di pazienti positivi da altre zone della regione, è quello di una provincia che ad oggi conta solo una settantina di casi positivi di cui si contano sulle dita di una mano le persone ricoverate. E tutto questo malgrado difficoltà iniziali relative al reperimento dei dispositivi di sicurezza, della necessità di attivare al volo – in collaborazione con i Comuni e la Protezione civile – le strutture per l’effettuazione dei tamponi e la riorganizzazione volante anche di tutti gli altri servizi da mantenere attivi. Così come fondamentale è stata anche l’importanza di tanti imprenditori locali che hanno subito risposto “presente” con donazioni importanti che si sono rivelate molto utili su diversi fronti. Alla fine, – lasciando da parte in questa fase specifici problemi, disservizi o possibili critiche – dati alla mano, la sfida con il Coronavirus nel Piceno per ora si può dire vinta. Ma in battaglia (virale o meno che sia) l’importante è non mollare mai fino alla fine e non abbassare la guardia.