Per la rubrica “Dialoghi” della Gazzetta di Ascoli, ci siamo confrontati sull’emergenza Coronavirus e sui risvolti sociali della pandemia sul territorio ascolano con l’assessore comunale di Ascoli con delega alle Politiche sociali, Massimiliano Brugni

 

Assessore, emergenza Coronavirus significa innanzitutto emergenza sociale come primo fronte su cui combattere. Dopo due bandi per il sostegno economico alle famiglie in difficoltà, qual è la situazione e quanto c’è ancora da fare?

Massimiliano Brugni“L’emergenza non è cambiata rispetto alla fase iniziale. Purtroppo riscontriamo sempre nuove famiglie che non erano mai entrate in contatto con i servizi sociali ma che tutt’ora si trovano in gravi difficoltà a causa mancanza di lavoro, della chiusura di attività e per ammortizzatori che non sono ancora arrivati. Per questi motivi, le Amministrazioni comunali e in particolare i servizi sociali si sono trovati e si trovano a  dover fornire continue risposte ad un numero di famiglie in difficoltà che cresce sempre di più. Già all’inizio di questa pandemia, noi come Amministrazione comunale avevamo  subito messo sul piatto 10 mila euro per i primi casi emergenziali, poi sono arrivati i 267 mila euro del fondo statale che ci hanno consentito di intervenire con i buoni spesa alel famiglie in difficoltà. Noi abbiamo subito attivato tutta la rete sociale con le associazioni, più di 20, che fanno parte del tavolo antipovertà e ovviamente la Protezione civile. Quanto c’è ancora da fare? Siamo sempre in prima linea. Abbiamo erogato buoni spesa a 793 famiglie corrispondenti a 2.114 persone,  per un valore complessivo di circa 205 mila euro. Ora ci siamo attivati per utilizzare la somma residua che, d’intesa col sindaco, una volta definito il resoconto con i nostri servizi sociali abbiamo deciso di indirizzare alle circa 500 famiglie che hanno partecipato al primo bando, ovvero quello con paletti più restrittivi, proprio perché sono quelle che si trovano ancora in grave difficoltà. Quindi daremo una mano a loro con ulteriori buoni da 100 euro che verranno distribuiti dalla prossima settimana,  con ulteriori 100 euro ad una cinquantina di queste famiglie che hanno anche un bimbo di età da 0 a 3 anni.

Come si è riusciti ad individuare quei nuclei familiari che si sono trovati d’improvviso in gravi difficoltà?

“Per riuscire ad entrare in contatto con le famiglie in situazioni difficili, determinante è stato il coinvolgimento di tutte quelle associazioni di volontariato con cui da tempo collaboriamo e che sono sul campo. Inoltre, abbiamo attivato vari servizi tra cui un numero telefonico denominato “Sos famiglie” per arrivare anche ad individuare casi che possiamo definire silenziosi, che non sarebbero emersi se magari vicini o conoscenti non ce li avessero segnalati.

Rifarebbe le scelte fatte dall’Arengo per i bandi, per quel che riguarda criteri, tempistica e risultati ottenuti?

“Sicuramente sì, perché sono state scelte sempre frutto della condivisione, sia all’interno dell’Amministrazione che con le associazioni del tavolo antipovertà. Abbiamo voluto andare dritti al problema individuando prima le famiglie maggiormente in difficoltà e poi ampliando un po’ i parametri. Ma questo ci ha consentito di dare risposte immediate, con  servizio a domicilio. La scelta della tempistica per poter consegnare i buoni subito prima di Pasqua è stata dettata dalla volontà di dare tranquillità a famiglie veramente in difficoltà che avrebbero passato una festività davvero triste”.

Le graduali riaperture non dovranno fare abbassare la guardia. Quante famiglie stanno ancora soffrendo e stringendo i denti per essersi ritrovate risucchiate nelle fasce della povertà?

Fioravanti Brugni e Ciccarelli reddito di civiltà“Purtroppo sono tante. Noi abbiamo istituito proprio una banca dati con tutte queste nuove famiglie per seguirne anche l’andamento e verificare quello che accade. Anche per questo abbiamo messo  anche altri 15.000 euro circa per tamponare ulteriori casi di emergenza  che dovessero sopravvenire. Entro maggio, inoltre, distribuiremo oltre 300 mila euro per bonus affitti a circa 250 famiglie che rientrano nei parametri. Nel giro di questa emergenza, abbiamo riversato nelle tasche delle famiglie in difficoltà circa 600.000 euro.  Soldi che nascono anche dalla compartecipazione del Comune.  Teniamo anche conto che parallelamente condividiamo tutte le attività con le associazioni di volontariato, con triangolazioni importanti ad esempio tra  il Polo della solidarietà, con riferimento la Caritas, e le assistenti sociali. Tutt’ora stiamo distribuendo pacchi alimentari attraverso l’Emporio della carità, il Banco alimentare, le associazioni “Le querce di Mamre” e “Stella del mattino”.

Avete attivato anche servizi emergenziali come ad esempio il pronto soccorso sociale. Continueranno  a restare attivi? E quanto sarà importante anche in questa fase 2 il lavoro del tavolo delle povertà?

Il pronto soccorso sociale resterà attivo per chi vorrà telefonare per chiedere un aiuto. Le nostre assistenti sociali finora hanno fatto e ricevuto migliaia di telefonate. Nel frattempo proseguiremo con la nostra consueta procedura ad aiutare le famiglie in difficoltà per casi specifici gravi, con i 10 mila euro stanziarti appositamente. E tutto è mappato in maniera professionale. Sinceramente, ritengo doveroso ringraziare tutte le persone che stanno collaborando, ma anche quelle dei nostri uffici che sono state anche vittime dirette del Coronavirus ma hanno continuato in diversi casi a lavorare anche da casa pur di fornire risposte agli ascolani. E stiamo mettendo anche progetti per altre fragilità legate anziani e bambini, rimodulando alcuni servizi per essere sempre presenti”.

La più grande soddisfazione per quanto fatto finora?

“La più grande soddisfazione di fare politica e essere amministratori è vedere, come ci è realmente accaduto, negli occhi della gente la gioia per quello che stiamo facendo. Questo ci ha ripagato delle tante difficoltà che anche noi abbiamo vissuto e dovuto superare. La commozione delle persone ci  ha gratificato di tutto quello che abbiamo cercato di superare. Potremmo scrivere un libro per le esperienze belle vissute dal punto di vista umano e per aver riscontrato il grande cuore della città di Ascoli. Gli ascolani hanno reagito molto bene, tra chi ha donato e chi ha messo a disposizione il proprio tempo. La città si è davvero mobilitata e ne siamo orgogliosi. Ma purtroppo l’emergenza sociale non finisce qui e dobbiamo andare avanti con il nostro lavoro, allargando le risposte anche sul fronte delle povertà educative”.

 

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