Sono passati quasi 4 anni dalle terribili scosse del 24 agosto 2016, ma il terremoto tiene ancora impegnato l’Arengo e condiziona il volto e il futuro della città. E soprattutto, quello che più colpisce e lascia spazio alle riflessioni è il fatto che si continui a parlare di terremoto non solo per il lento ma graduale percorso della ricostruzione, ma anche per l’affiorare ancora, dopo tutto questo tempo, di nuove ordinanze di evacuazione per diversi edifici. Ordinanze che fanno seguito ad aggravamenti oppure alla necessità di effettuare lavori di messa in sicurezza o ancora di riconfermare l’inagibilità di parti di immobili. Il tutto con l’interessamento, solo negli ultimi giorni, di almeno una trentina di appartamenti e, quindi, di altrettante famiglie. Mentre, di contro, prosegue anche la fase di sblocco dei cantieri che sono ormai indirizzati verso almeno 200 interventi avviati e, in qualche caso – ma ancora molto pochi – di conclusione dei lavori post sisma con rientro in alcune abitazioni.
Sentir parlare dell’evacuazione di appartamenti a quasi 4 anni dalle prime scosse dell’ultimo terremoto che ha colpito pesantemente anche il Piceno, lascia capire di quanto si prospetti ancora lunga e apparentemente interminabile questa fase della ricostruzione ad Ascoli. Solo negli ultimi giorni, sono arrivare nuove ordinanze dell’Arengo per altre situazioni che porteranno altre famiglie a dover abbandonare temporaneamente le loro abitazioni. Tra queste, per elencarne alcune, c’è l’evacuazione di 17 appartamenti a Porta Romana, dopo una serie di precedenti ordinanze, che ora devono essere sgomberati per consentire l’esecuzione definitiva di riparazione di un immobile per il quale erano già state interdette alcune zone condominali. Gli appartamenti saranno inaccessibili e inutilizzabili per tutta la durata dei lavori. Altri edifici sulla Salaria superiore, dopo una precedente ordinanza, a seguito di un nuovo sopralluogo si è deciso di ritenere inagibili abitazioni nei primi due piani. Così come si è deciso con altra ordinanza di ampliare il numero di appartamenti inagibili e da evacuare, in totale 9, in via dei Soderini. Così come si è deciso di reiterare il provvedimento di evacuazione di 6 unità immobiliare in via Del Duca, in centro, fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.
Anche sul fronte opposto, ovvero quello dei cantieri che prendono il via o delle abitazioni che tornano ad essere abitabili, qualcosa si muove anche se c’è ancora tanto da fare. Diversi i nuovi cantieri al via in centro, così come ad esempio nel quartiere della Piazzarola. E su questo fronte, seppur con tempi lunghi anche a causa della solita, estenuante, burocrazia, sono circa 200 i cantieri avviati per la ricostruzione. Un dato, comunque, ancora non esaltante a fronte del fatto che le pratiche istruite sarebbero intorno a 500 su un totale di edifici inagibili pari a 1900. Nel frattempo, come detto, c’è anche qualche intervento che va a concludersi con il rientro a casa delle famiglie, come ora accadrà in via Rigantè a Borgo Solestà e in via Minucia in centro. Ma la strada per il ritorno alla normalità è davvero ancora molto lunga e tortuosa.