“Risponde presente la piccola impresa anche meglio delle aspettative”, commenta Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno. E aggiunge: “Ma ora sono necessari alcuni passaggi fondamentali per dare corpo e sostegno a questa grandissima voglia di fare e di esserci. Servono incentivi per far permanere livello valido di occupazione e se serve Cig per evitare licenziamenti e se necessario alla Cassa integrazione in deroga. Indispensabili contratti di Filiera per agevolare l’accesso a mercati nuovi”.
“Urgentissimo altresì agire – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – sulla liquidità delle imprese per evitare ripercussioni negative e chiusure dal mese di Ottobre in poi”.
Secondo i dati elaborati dal Centro studi della Cna delle Marche per la Cna di Ascoli Piceno, il secondo trimestre dell’anno ha visto prevalere il numero delle nuove imprese su quelle cessate, sia per il totale delle imprese, sia per quelle artigiane. L’incidenza dell’artigianato sulle nuove nate è, tuttavia, inferiore all’incidenza dell’artigianato sulle cessazioni.
Il saldo tra nuovi ingressi e cessazioni è positivo per le società di capitali e soprattutto per le imprese individuali, che rappresentano il 58,4% di tutte le imprese della provincia (per la regione tale quota è ancora superiore e pari al 59,7%); il saldo è invece negativo per le società di persone e le altre forme giuridiche d’impresa. Le imprese individuali sono quelle con il più alto tasso di attivazione (quasi il 96 % di imprese attivate sulle registrate).
Se si considerano le variazioni tendenziali del numero delle imprese attive nel periodo tra il II trimestre 2020 e lo stesso trimestre dell’anno prima, si vede come la diminuzione registrata (-198 imprese) sia dovuta soprattutto alle perdite dell’agricoltura, delle costruzioni e del commercio (per tutti i tre settori:-1,8%); cala il numero delle imprese anche per il settore alloggio e ristorazione (-18 imprese pari a -1,1%). Sono invece in crescita nel numero di imprese non pochi settori dei servizi, in particolare le attività immobiliari.
Sotto il profilo congiunturale (cioè raffrontando i dati rispetto al trimestre immediatamente precedente), all’opposto, il numero delle imprese attive della provincia cresce: tra il primo e il secondo trimestre le imprese attive sono 75 in più e in termini assoluti il maggior apporto a tale dinamica proviene dal commercio ma è importante anche la crescita che si registra per altri settori del terziario, specie in considerazione del difficilissimo momento.
Analoghe dinamiche si registrano per le attività manifatturiere: in termini tendenziali si registra una loro diminuzione nel numero di imprese (-1,8%), in termini congiunturali una loro tenuta (+0,0%). Le perdite tendenziali di imprese si concentrano nel sistema moda (33 imprese in meno) ma coinvolgono anche settori avanzati della meccanica. In crescita tendenziale, invece, risulta il numero delle imprese attive nelle trasformazioni alimentari e soprattutto nella produzione di oggetti in gomma e plastica.