abbigliamento-negozioIl commercio ascolano attende segnali positivi, soprattutto da Roma, sperando nel decreto agosto. E’ uno scenario che si prospetta molto complicato, per i prossimi mesi, e che rischia di aggravare ulteriormente la situazione – come conferma Costantino Brandozzi della Confcommercio ascolana – col rischio di nuove chiusure e riduzione dei livelli occupazionali.
“La situazione delle attività commerciali presenti sul territorio – spiega Brandozzi – con l’arrivo dell’autunno, dopo un’estate comunque difficile per il settore del no food (abbigliamento e ogni altra tipologia), appare piuttosto delicata. E’ chiaro che in mancanza di aiuti, lo scenario sotto le cento torri rischia di essere contrassegnato da nuove chiusure e possibili tagli al personale. La grande maggioranza delle attività ha accusato e continua ad accusare il calo dei consumi, inevitabile anche dopo il lockdown, e finora ha cercato di andare avanti in qualche modo almeno per tamponare le spese. Ma le previsioni per i prossimi mesi non sembrano essere migliori, non solo dal punto di vista sanitario, considerando che poi alla fine ci sono famiglie che, ad esempio, riescono a vivere solo attraverso la propria attività commerciale e, in questo momento, rischiano di non riuscire ad arrivare a fine mese. E’ per questo che è fondamentale, mai come adesso, che arrivino risposte concrete, di sostegno al settore commercio, per evitare che si arrivi inevitabilmente ad altre chiusure o riduzioni di personale. Ogni misura può essere importante. Ad esempio, condividiamo pienamente la segnalazione dell’imprenditore Stefano De Angelis riguardo la possibilità di includere questa zona tra quelle con gli sgravi contributivi al 30%, considerando che a pochi chilometri da qui quegli sgravi ci sono, con una clientela che spesso si interscambia tra le province di Ascoli e Teramo”.

“Se il settore food, ovvero bar e attività di ristorazione, – conclude Brandozzi della Confcommercio – grazie all’occupazione di suolo pubblico ampliata e gratuita è riuscito in qualche modo a tenere botta, ora ci si trova di fronte all’incubo della stagione fredda e, quindi, gli operatori attendono con ansia il possibili sblocco della situazione con l’utilizzo di dehors o comunque strutture coperte leggere e rimovibili. Un passaggio fondamentale per mantenere in vita il settore. Come può vivere senza spazi esterni la maggior parte dei bar, con superfici interne inferiori ai 40 metri quadrati, potendo far entrare solo un cliente alla volta? E anche la ristorazione, finora, ha potuto riequilibrare un po’ la situazione utilizzando aree esterne ampliate per recuperare i posti persi all’interno col distanziamento, ma se non si sbloccherà la possibilità di utilizzare qualche struttura coperta all’esterno, come potranno reggere i bilanci di queste attività? Questo aspetto sarà fondamentale, decisivo per molte attività”. Un obiettivo, quello delle soluzioni tipo dehors, su cui il sindaco Fioravanti sta già muovendosi con la Soprintendenza.

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