L’Arengo proseguirà, anche dopo l’ultimo decreto governativo, il confronto con la Soprintendenza sulla questione dehors. L’obiettivo, in tal senso, è provare a tendere in qualche modo una mano a tutto il settore del food che si ritrova ora a camminare “azzoppato” a fronte della restrizione oraria della chiusura alle 18. Un dialogo finalizzato a trovare una soluzione per l’utilizzo degli spazi esterni che, col periodo invernale, diventerà proibitivo e, quindi, con uno scenario che andrebbe ulteriormente a peggiorare per bar, ristoranti e altre attività del settore pubblici esercizi. Il segnale che arriva dal sindaco, in tal senso, è perentorio: i colloqui con la Soprintendenza continueranno, a maggior ragione, per far sì che anche nell’arco ristretto dell’orario di attività i locali possano ottimizzare al massimo l’accoglienza della clientela. Perché poter utilizzare anche posti all’esterno, potrebbe comunque permettere di servire in sicurezza un maggior numero di clienti che altrimenti si andrebbe a perdere con l’arrivo dei primi freddi.
In questa fase sempre più complicata per il settore della ristorazione e dei pubblici esercizi in città, di pari passo con la curva epidemica, l’ulteriore rischio che la categoria corre è quello di ritrovarsi non solo con orari ridotti dal decreto almeno fino al 24 novembre, ma anche di vedere azzerarsi o quasi i clienti anche per l’impossibilità di utilizzo delle aree esterne che nel periodo estivo, grazie anche alla decisione dell’Arengo di concedere il raddoppio degli spazi consentiti, si sono rivelate il vero salvagente per tutte le attività del settore. Quindi, il momento delle restrizioni rischia di coincidere proprio con l’impossibilità di utilizzare il suolo pubblico. Una doppia mazzata che potrebbe mettere in gravi difficoltà molti operatori del settore. E’ per questo motivo che il sindaco Fioravanti, all’indomani, del nuovo decreto governativo, conferma di voler proseguire il dialogo avviato in questo periodo con la Soprintendenza per aprire uno spiraglio su questo versante e cercare di individuare una soluzione che possa conciliare le esigenze dei commercianti con quelle del rispetto del contesto storico-architettonico. Esclusa in partenza l’ipotesi di utilizzo di veri e propri dehors, il ragionamento negli ultimi colloqui si sarebbe incentrato sull’individuazione di possibili strutture molto leggere e facilmente rimovibili, impattanti il meno possibile sul contesto del centro storico.