incidenti-lavoro“Nell’ultima settimana – scrivono Cigl, Cisl e Uil del Piceno in un comunicato – due incidenti mortali sul lavoro nella nostra provincia: un operaio di 56 anni, dipendente della Covalm di Rotella addetto alla produzione e un altro operaio di 44 anni addetto alla bonifica dell’amianto precipitato dal tetto di un capannone a Stella di Monsampolo. Il primo pensiero come Cgil, Cisl e Uil lo rivolgiamo alle loro famiglie con un abbraccio ed esprimendo tutto il nostro cordoglio e vicinanza. Non si può continuare a morire di lavoro in questo paese. I morti, gli infortuni sul lavoro, le malattie professionali registrano dati, certificati dall’INAIL, allarmanti. Cinque infortuni mortali nella nostra Provincia da inizio anno 2020, 1538 denunce di infortunio, 443 malattie professionali. Non è più il tempo degli appelli e delle promesse. La sicurezza sul lavoro è una priorità sociale e non si possono accettare passivamente le tragedie che si ripetono. È il tempo delle azioni concrete a tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori con forte determinazione e sforzo da parte di tutti, organizzazioni sindacali, datori di lavoro, istituzioni e organi di controllo in testa. Rispetto delle regole, investimenti e prevenzione per la sicurezza sono le parole d’ordine. Unitariamente ci battiamo per la tutela dei lavoratori, del lavoro sicuro e regolare. Ribadiamo il nostro impegno a sensibilizzare i lavoratori su tale tematica e a confrontarci con le imprese affinché l’organizzazione del lavoro tutta sia improntata alla sicurezza. Al mondo delle imprese chiediamo investimenti maggiori in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di intensificare la formazione erogata ai neo assunti, a chi già lavora compresi i lavoratori degli appalti perché ciò si traduce in lavoro regolare e di qualità. Alle istituzioni a tutti i livelli, a partire dalla Regione Marche, chiediamo un preciso impegno per affrontare in modo deciso la questione, attraverso controlli efficaci e concreti che siano supportati da risorse, umane ed economiche, certe ed adeguate a partire da un maggior impegno verso la prevenzione raggiungendo l’obiettivo del 5%  del totale  di spesa sanitaria dal bilancio regionale da destinare alla salute e sicurezza. Tragedie come queste non devono più accadere perché è inaccettabile che il lavoro sia causa o strumento di morte. Non è pensabile uscire di casa per fare il proprio lavoro e non tornare”.

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