Polizia arrestoSi è avvalso della facoltà di non rispondere l’ascolano di 35 anni arrestato la settimana scorsa nell’ambito dell’inchiesta “Bianca Immacolata” portata a compimento dagli agenti della squadra mobile ascolana e che ha consentito di smantellare un vasto giro di cocaina nel quartiere di Porta Maggiore. Collegato in videoconferenza dalla quaestura di Ascoli con il gip Annalisa Giusti, il pusher ha deciso di non rispondere  alle domande del giudice nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Non è potuto comparire dinanzi al magistrato, invece, il quarantenne casertano ma da tempo residente in città poichè covalescente  dopo che la scorsa estate, per cercare di sfuggiare agli agenti di polizia che lo braccavano, si lanciò dal balcone della sua abitazione posto al secondo piano. Nella caduta si ferì gravemente e, a distanza di mesi, non è ancora del tutto guarito e quindi impossibilitato a presentarsi davanti al gip. Nei prossimi giorni, il difensore dei due pusher, l’avvocato Umberto Gramenzi, presenterà istanza di riesame al tribunale della libertà per chiedere la revoca del provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari motivando tale richiesta con la necessità dei suoi assistiti di potersi recare al lavoro. Per circa tre mesi, gli agenti della squadra mobile di Ascoli, guidata dalla dirigente Patrizia Peroni, hanno portato avanti una minuziosa inchiesta coordinata dalla Procura di Ascoli che, grazie ad una serie di servizi di appostamenti e alle intercettazioni sia ambietali che telefoniche, ha consentito di ricostruire la rete dei contatti dei due pusher e anche di identificare 25 assuntori abituali di cocaina che si rivolgevano a loro per procurarsi lo stupefacente.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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