panorama Ascoli dall'AnnunziataDopo un percorso avviato negli ultimi anni per la regolarizzazione di tutte le posizioni di chi utilizza locali o aree comunali, nell’anno appena entrato l’Arengo conta di approvare un nuovo regolamento per l’utilizzo dei beni di proprietà dell’ente andando definitivamente a sanare e regolarizzare tutti quei rapporti ereditati da oltre 20 anni fa tra cui casi in cui non c’era alcun canone da pagare, altri in cui era previsto l’accollo delle utenze da parte del Comune e qualcun altro in cui non risultava un contratto nero su bianco. Adesso il sindaco Fioravanti e l’Amministrazione comunale vogliono completare il percorso di revisione di tutti i rapporti per la concessione del patrimonio comunale arrivando ad approvare un nuovo tessuto normativo che garantisca una ripartenza con regole uguali per tutti. Prevedendo l’applicazione di canoni commerciali e lasciando solo, dove la legge lo consenta, canoni gratuiti o calmierati per quelle realtà o associazioni che perseguano riconosciute finalità di interesse pubblico. Stop definitivo, dunque, a situazioni irregolari, senza contratti o senza pagamento di canoni d’affitto o di utenze.

Anche la relazione programmatica dell’Arengo 2021, in tal senso, parla chiaro, facendo riferimento alla regolamentazione per l’utilizzo dei beni comunali da parte di associazioni e circoli «prevedendo l’applicazione di canoni commerciali e, ove la legge lo consenta, canoni gratuiti o calmierati coerentemente con le finalità svolte dagli stessi».   Nella sua interezza, considerando anche chiese, fontane, monumenti e quant’altro, il patrimonio dell’Arengo include ben 448 beni. Tra questi, andando ad escludere tutti gli immobili utilizzati per scopi istituzionali o comunque collegati alle funzioni dell’ente, sono circa 60 gli edifici disponibili che possono essere destinati ad un utilizzo di privati, associazioni, circoli o altri enti. Attualmente, secondo il prospetto pubblicato anche sul sito internet dell’amministrazione comunale, risultano 23 edifici, locali o appartamenti concessi e per i quali l’ente percepisce canoni di affitto. Si tratta di beni utilizzati da privati, società (nel caso di attività commerciali), ma anche associazioni e circoli. Con un lavoro di regolarizzazione di alcuni casi che, gradualmente, è stato già avviato negli ultimi anni.

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