In occasione dell’occasione dell’anno giudiziario che si terrà ad Ascoli nella giornata di domani, la Camera Penale “Ugo Palermi” di Ascoli ha annunciato la propria assenza e diffuso una nota con la quale vengono rese note le ragioni della presa di posizione.
«La cerimonia di inaugurazione del presente Anno Giudiziario – si legge – differirà da quelle precedenti, poiché la presenza fisica sarà limitata ai soli “protagonisti istituzionali” in osservanza delle esigenze di prevenzione e contenimento del contagio da Covid-19.
Per tali ragioni, ossequiosamente, NOI NON CI SAREMO.
Tuttavia, vogliamo richiamare l’attenzione sui temi che hanno segnato l’anno da poco conclu-
sosi e che persistono anche in quello che sta iniziando.
L’anno 2020 si è aperto con l’entrata in vigore della osteggiata riforma sulla prescrizione, in relazione alla quale la nostra battaglia è stata solo temporaneamente sospesa per l’emergenza sanitaria ancora in corso.
In ragione della pandemia, inoltre, abbiamo assistito all’introduzione del sistema “da remoto” sia della celebrazione dei processi che dell’espletamento degli interrogatori, nonché al tentativo di imporre tale modalità anche nello svolgimento delle udienze d’appello in camera di consiglio.
Il proliferare di norme emergenziali è apparso, talvolta, quale grimaldello per scardinare i principi del giusto processo, con compressione del diritto di difesa, garantito non solo da norme processuali, ma da superiori norme Costituzionali.
L’anno 2021 ci vedrà pertanto uniti e compatti nel sostenere questioni che da tempo l’Avvocatu- ra mette sul tavolo del confronto:
• la ragionevole durata del processo, attraverso una riforma puntuale e organica;
• il sovraffollamento carcerario;
• l’opposizione al diniego a forme alternative di detenzione per reati contro la Pubblica Am- ministrazione;
• la riforma dell’ordinamento giudiziario, nel segno della separazione delle carriere dei magi- strati e dell’introduzione di forme di responsabilità professionale;
• la strenua difesa del principio dell’oralità del processo, dell’immutabilità del giudice e del doppio grado di giudizio.
Su questi temi non cesseremo di far sentire la nostra voce, stimolando confronti costruttivi con gli operatori della Giustizia.
Ci opporremo a interventi legislativi contrastanti con i principi del giusto processo, in strenua difesa di quei principi costituzionali che rappresentato il patrimonio irrinunciabile della nostra cultura giuridica.
Buon lavoro a tutti!».