Sergio Fabiani 2Il progetto del comune di Fermo di realizzare un biodigestore tramite fermentazione dei rifiuti organici ha innescato le polemiche politiche dopo la contrarietà espressa da gran parte dei sindaci della Valdaso alla realizzazione dell’impianto di biometano. Ad intervenire è stato anche il presidente della Provincia di Ascoli, Sergio Fabiani.

«La Provincia di Ascoli Piceno ascolta e considera con molta attenzione le preoccupazioni di cittadini e istituzioni sulla possibile realizzazione di un nuovo biodigestore sulla valle dell’Aso – sostiene Fabiani in una nota diffusa in giornata -. Tanto è vero che in questi giorni ho avuto proficui confronti con molti sindaci del territorio e, nel raccogliere perplessità che hanno mostrato, dico alla Regione Marche: “fermiamoci” e ragioniamo insieme sul da farsi.

Auspico che questo mio appello possa trovare sponda da Ancona: ho infatti letto le dichiarazioni dell’assessora Latini che intende portare la questione in Giunta, segno di un’attenzione verso il territorio e segno anche di una specifica competenza e possibilità di intervento dell’ente regionale . Pertanto, ritengo che non sia rinviabile un incontro formale tra la Provincia di Ascoli e la Regione Marche su questo tema.

La procedura meramente tecnica ha degli evidenti risvolti politici territoriali. In questi giorni sono in corso, infatti, tutti gli approfondimenti necessari ad esaminare il percorso fin qui effettuato. Mi sorgono, tuttavia, due riflessioni in particolare che vorrei condividere. In primo luogo se fosse stato necessario coinvolgere tecnicamente (giustamente dal punto di vista politico!) anche comuni del fermano, allora è del tutto evidente che il procedimento non sarebbe stato in capo a questo ente, ma sarebbe stato di competenza regionale. 

Inoltre, leggendo il Decreto regionale che esprime parere favorevole al progetto, ho notato che tra le prescrizioni della Regione è stabilito che, prima dell’emanazione dell’autorizzazione finale, dovrà essere acquisito il contratto di compravendita delle aree oggetto dell’intervento. Questa condizione ad oggi non mi risulterebbe essersi verificata.

Nell’attesa di una chiamata da Ancona per discutere la revoca del loro parere, è mia intenzione come sempre lavorare per il bene del territorio e, sotto questo aspetto, ritengo che strumentalizzazioni e attacchi politici non siano tollerabili non certo per la mia persona, ma per l’istituzione che rappresento: un ente pubblico costituito da validi professionisti che con abnegazione, trasparenza, rispetto della normativa, ogni giorno svolgono il loro lavoro. 

Sottolineo che il Servizio Ambiente costituisce, infatti, un funzione essenziale dell’ente tanto è vero che, nel corso del mio mandato, è stato oggetto di riorganizzazione e potenziamento che ha dato impulso e ottimizzazione all’esame dei procedimenti pendenti nel tempo nonché alla conclusione degli iter delle istanze avanzate da operatori e aziende. Un lavoro complesso, portato avanti dal personale – che ringrazio – con efficienza e rigore.

Delle dispute tra partiti e responsabilità dei singoli nulla mi interessa, invito tutti ad agire liberi da tali vincoli. Vorrei infine osservare che i partiti che “sobillano” iniziative e polemiche non costruttive dovrebbero mostrare la stessa solerzia e vis critica anche nel valutare altri procedimenti in corso. Appare infatti strano e singolare leggere molto movimentismo per la Valdaso ed invece riscontrare il silenzio totale per un possibile nuovo biodigestore sulla Valle del Tronto. Su questo sarà bene fare chiarezza in nome del bene comune e della coerenza».

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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