Persone con disabilità andranno a convivere nello stesso appartamento, con tutta una serie di servizi garantiti su misure, per una vita autonoma ma in compagnia. Questo l’obiettivo del progetto “Dopo di noi” che ora prenderà vita, in città, grazie all’appartamento di proprietà comunale che l’Arengo, una volta conclusi i lavori di sistemazione, metterà a disposizione per questa esperienza sociale sperimentale molto importante e innovativa. E ospiterà 4 persone con disabilità. Un’iniziativa di co-housing sociale, che nasce anche dal confronto voluto dal sindaco Fioravanti e dall’assessore alle politiche sociali, Brugni, con le associazioni rappresentative del mondo della disabilità e che si impernia sul concetto dell’unione di più persone fragili sole sotto lo stesso tetto per garantirsi autonomia collaborando tra loro alla gestione della vita quotidiana. Un primo passo che potrebbe rappresentare l’apripista per un discorso più ampio esteso, con altre soluzioni abitative, anche ad anziani e persone fragili in genere. Il progetto “Dopo di noi”, con un finanziamento previsto per l’Ambito sociale XXII di circa 105mila euro, rappresenta un esperimento di grande importanza dal punto di vista sociale, con l’obiettivo di mettere insieme più persone fragili, opportunamente individuate, che possano avere una propria vita abitando in uno stesso appartamento con altre persone con disabilità, con specifici servizi e attivando di fatto un nuovo nucleo in grado di gestirsi sotto tutti i punti di vista. “Questo progetto – spiega il sindaco Marco Fioravanti – rappresenta un ulteriore tassello nel quadro complessivo delle nostre azioni che stiamo mettendo in campo a supporto delle persone più fragili. Persone a cui vogliamo dare la priorità su tutti i fronti, perché la nostra città per crescere deve innanzitutto dare attenzione agli ultimi, a chi è in difficoltà, senza lasciare nessuno indietro”. “Con questa iniziativa, – sottolinea l’assessore alle politiche sociali, Massimilano Brugni – 4 persone con disabilità, che andremo ad individuare grazie alla creazione di un tavolo che vede coinvolte tutte le realtà rappresentative del mondo dei disabili, potranno abitare sotto lo stesso tetto, in questo caso nell’appartamento comunale in via Rigantè, per garantirsi una vita autonoma grazie alla collaborazione tra loro e ai servizi che saranno previsti nella struttura. Si tratta di un primo passo verso un discorso più ampio che potrà essere replicato, considerato che sono molte le persone sole in città, anche coinvolgendo, ad esempio, gli anziani”.