“La ricostruzione post sisma del Centro Italia non riguarda solo il cratere sismico, ma può essere un modello per tutte le aree interne italiane, “dove si trova il 55% dei Comuni e dove vive il 22% della popolazione”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Ricostruzione delle Marche durante la seduta aperta del Consiglio regionale dedicata al terremoto, con la partecipazione del commissario Giovanni Legnini. “Quello alla ricostruzione è un dritto – ha spiegato Castelli – attiene molto alla democrazia e al ruolo delle istituzioni, alla loro capacità di dare risposte ad un evento calamitoso come il terremoto”. C’è il tema della ricostruzione fisica, di riportare la gente a casa, ma anche “quello della rivitalizzazione sociale ed economica delle aree del cratere sismico, che già prima del terremoto erano in difficoltà, come tutte le aree interne”. In questo la ricostruzione può essere “un modello, perché deve esser aderente ai nuovi crismi di sostenibilità. connessione, digitalizzazione, in linea con il Recovery Plan”. Anche il rapporto di “leale collaborazione” tra i livelli istituzionali che si è creato con la cabina di coordinamento può essere un modello. E infine la ricostruzione è un’opportunità per “un Centro Italia che si trova in una situazione difficile: la terza Italia che doveva agganciare il centro nord sta scivolando al sud. Un discorso che può non piacere – ha sottolineato Castelli – ma che è vero. Bisogna applicare il principio di leale collaborazione anche al Consiglio regionale, coinvolgendo anche l’opposizione. Le risorse ci sono – ha aggiunto, citando ancora il Recovery e i contratti di sviluppo – , servono i progetti. E bisogna avere una relazione strategica con altre regioni: Umbria, Abruzzo, Lazio, un coordinamento per affrancarsi da questa temporanea situazione di crisi”