Da pochi mesi una 28enne ascolana aveva iniziato una storia sentimentale con un 44enne, appena conosciuto in un locale di ritrovo cittadino. Le mille attenzioni dell’uomo, le sue premure ed un’apparente serietà, avevano convinto la giovane ad intraprendere una convivenza con lui. In realtà questa persona aveva purtroppo dei gravi precedenti di violenza domestica e “stalking”, reati per cui era stato in precedenza anche arrestato. Inoltre, a causa della sua pericolosità sociale, scontava la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza. Ben presto la donna si accorgeva di aver fatto un grave errore di valutazione, considerato che il suo compagno iniziava ad assumere un atteggiamento violento, minaccioso e prevaricatore verso la sua compagna. La donna, profondamente terrorizzata, temendo per la incolumità fisica propria e dei suoi familiari (in più occasioni l’uomo l’aveva minacciata di ritorsioni verso i suoi cari) cercava una via di salvezza, cercando di eludere la sorveglianza dell’uomo. Un giorno, presa dal coraggio, riusciva ad infilare sotto la porta di ingresso di un suo coinquilino una lettera in cui, con frasi disperate, rappresentava il suo incubo. L’uomo, scosso dal contenuto della missiva, immediatamente la consegnava alla Polizia che a sua volta inviava la lettera in questione alla Procura della Repubblica; la Procura, percepita la potenziale gravità della situazione, assumeva subito la direzione delle indagini delegando una serie mirata di accertamenti alla Squadra Mobile e alla propria Sezione di Polizia Giudiziaria, ponendo al centro delle attività la verifica degli effettivi rischi per la ragazza e la sua rapida messa in sicurezza: in 48 ore si riusciva ad individuare la donna, ad ascoltarla con attenzione e a condurla in una casa protetta fuori provincia, mentre le indagini e la raccolta di elementi per chiarire la vicenda continuavano. La scomparsa della donna provocava una reazione scomposta nell’uomo,che iniziava a tormentare e minacciare gravemente amici e parenti della sua ex, affinchégli dicessero dove fosse finita. Contemporaneamente la Squadra Mobile di Ascoli Piceno e la Sezione di Polizia Giudiziariacontinuavano a svolgere le indagini delegatedalla Procura e a monitorare con discrezione l’uomo per evitare che potesse commettere ulteriori reati o creare situazioni di pericolo. Sulla base degli elementi accuratamente raccolti, la Procura della Repubblica chiedeva l’applicazione a carico dell’uomo della misura cautelare della custodia in carcere per “stalking”, sequestro di persona aggravato e violenza privata aggravata, richiesta accolta dal GIP del Tribunale che emetteva la misura cautelare restrittiva, eseguita ieri sera dal citato personale investigativo, a sette giorni dalla richiesta di aiuto della donna.
Adesso la ragazza potrà ricongiungersi con i suoi cari e condurre con più serenità la propria esistenza.