salaria trisungo arquata 3Andare a Roma via Salaria? Un vero incubo, di questi tempi…   Dopo 4 anni di cantieri e tanti altri ancora programmati, ad accogliere gli automobilisti lungo l’arteria che collega l’Adriatico ( all’altezza del Piceno) con il Tirreno c’è una lunga serie di semafori con attese prolungate, code e transito a senso alternato in più punti, affiancata da due deviazioni obbligatorie per diversi chilometri su strade interne sia all’altezza di Amatrice che di Rieti. Risultato, almeno 3 ore e mezza (considerando anche i limiti di velocità) per raggiungere la capitale da Ascoli e viceversa. Una situazione inaccettabile.

Considerando che si partiva già da una situazione precaria, aggravata poi dai danni provocati ormai quasi 5 anni fa dal terremoto, con numerosi cantieri aperti  e altri in arrivo, attualmente il collegamento tra il Piceno e Roma è obiettivamente vergognoso per tutta una serie di situazioni che scoraggerebbero anche il più paziente degli automobilisti. E’ quanto confermano le testimonianze dirette di quegli automobilisti che proprio nell’ultima settimana hanno deciso di avventurarsi lungo la statale 4 (l’antica strada del sale) per raggiungere Roma. E se fino a qualche tempo fa il transito era comunque condizionato e rallentato dai necessari cantieri per rimettere in sicurezza diversi tratti a rischio, adesso il transito sulla Salaria è qualcosa di proibitivo. A partire da almeno 6 o 7 semafori in più tratti, sia sul versante piceno che su quello reatino, in entrambi i sensi di marcia, con lunghe soste a causa della necessità di ricorrere al transito a senso unico alternato. Con “stop and go” obbligati che contribuiscono ad aumentare in maniera incisiva i tempi di percorrenza per arrivare nella capitale e viceversa.  Ma non basta. Perché a questa serie di rallentamenti va aggiunta anche una doppia deviazione, rispetto al tracciato principale, che – almeno fino a qualche giorno fa – costringeva a percorrere diversi chilometri di strade interne secondarie, tortuose e sicuramente scomode. La prima deviazione, più breve, è quella prima di Amatrice, mentre la seconda più lunga e scomoda, anche con tratti quasi da mulattiera,  è quella che si presenta all’altezza di Rieti, con un circuito interno tipo rally automobilistico che solo grazie al navigatore satellitare può consentire di reimmettersi poi lungo la Salaria e ritrovare il bandolo della matassa. Tutto questo comporta un tempo di percorrenza complessivo che può arrivare, rispettando i previsti limiti di velocità, circa 3 ore  e mezza. Roma, per ora, sembra sempre più lontana.

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