8952EFE3-2B40-4BC2-95E1-BD5C376F306ASolo per tre giorni una proiezione con foto storiche, in parte dell’Archivio Storico Iconografico di Ascoli Piceno, in parte tratte dal volume “Ascoli d’epoca. Immagini della memoria” di proprietà di Capponi Editore. Da venerdì 10 a domenica 12 settembre dalle ore 20 alle 24 sguardo puntato sulla parete esterna del Forte Malatesta, lato ex chiesta di SantaMadonna del Lago, per ammirare gratuitamente un carosello di immagini dal fascino intramontabile. Il progetto, sviluppato dalla cooperativa Pulchra che con Integra gestisce i Musei Civici di Ascoli Piceno, verrà realizzato grazie al contributo della Regione Marche, in accordo con l’Assessorato alla Cultura e il direttore delle civiche collezioni, il prof. Stefano Papetti. Durante la visione, si raccomanda la mascherina e una distanza interpersonale di almeno 1 metro.

Negli stessi giorni è possibile visitare all’interno del forte una selezione di fotografie in bianco e nero scattate negli Anni 80 dal dott. Paolo Raimondi all’interno dell’ex carcere cittadino poco prima di essere abbandonato a favore della Casa circondariale di Marino del Tronto, un tempo conosciuta anche come Supercarcere di Ascoli Piceno. Il Forte Malatesta durante il fine settimana è visitabile nei seguenti orari: venerdì: 10-13/15-19; sabato e domenica 11-19. Biglietto intero € 6, ridotto € 4. All’ingresso verrà rilevata la temperatura e verificato certificato verde Covid-19.

IL PROGETTO – Helmut Newton, uno dei fotografi più icastici del XX secolo, ha affermato: “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l’arte della fotografia”. In effetti quella che comunemente viene definita una forma d’arte germinata agli inizi dell’Ottocento attraverso l’incontro di ottica e chimica, e sviluppatasi grazie al movimento statunitense Photo-Secession, in realtà è molto altro. I documenti fotografici sono un mezzo di ricerca etnografica, un ramo dell’antropologia visiva, un patrimonio estremamente prezioso poiché permette di attestare in maniera analitica lo stato nonché l’esistenza di luoghi, opere e beni demoetnoantropologici che negli anni hanno subito cambiamenti o sono andati irrimediabilmente perduti. Una documentazione inequivocabile come quella fotografica consente un fedele restauro del bene, il monitoraggio di un sito o di un’opera da tutelare, il ripristino consapevole di luoghi danneggiati da eventi distruttivi come quelli sismici, la conservazione nell’immaginario collettivo di un avvenimento segnante dal punto di vista socio-culturale.

Alla luce di ciò è stato formulato il progetto Ascoli Piceno: “L’eternità attraverso il momento che deve il titolo proprio a una citazione del fotografo francese Henri Cartier-Bresson, che si vuole omaggiare. L’idea primaria è quella di raccontare la città così come spesso accade in un ambiente familiare, attraverso un patrimonio fotografico scrupolosamente conservato nel cassetto dei ricordi. Attraverso le immagini si cercherà di mostrare al fruitore come nel tempo piazze, monumenti e palazzi, siano cambiati al fine di adattare il tessuto urbano del centro storico alle esigenze e all’ampliamento della città che cresceva. Ciò significa che verrà presentata una visione di Ascoli che è esistita per secoli, diversa da come la vediamo oggi, vestita in modo differente, una città da cui in parte la cittadinanza deriva, e a cui sente di appartenere; ed è proprio qui che avverrà l’incontro, in questa zona franca, dove il presente incontrerà il passato. In particolare questo legame “temporale” fra passato e presente verrà rafforzato dalla scelta della location e dal mezzo in cui la mostra verrà messa in opera. Si farà leva su un’esigenza insita in ognuno di noi:conoscere il proprio passato, cercare nel tempo la risposta a un presente spesso spersonalizzante. Questo passaggio vero e necessario per tutte le comunità, diventa ancora più incisivo ed essenziale per le nostre, colpite dal sisma del 2016. Un evento che inevitabilmente ha segnato le anime e i luoghi. Guardare al passato, apprezzare le immagini di un tempo che fu, scrutare i luoghi, i volti, il cambiamento che inevitabilmente ha attraversato le pietre è un modo per riappropriarsi di una storia, la propria, e volgere lo sguardo con fiducia verso il futuro.

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Vice direttore della Gazzetta di Ascoli - Giornalista

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