“Arrivando qui ad Arquata del Tronto ho visto un cartello con scritto ‘Benvenuti nel dimenticatoio d’Italia’. Un monito per le istituzioni che speriamo presto di rimuovere tutti insieme”. Questo il messaggio che il neo vescovo di Ascoli Piceno Gianpiero Palmieri ha lanciato dal centro di aggregazione di Pretare, frazione di Arquata, prima tappa di una giornata che culminerà nel pomeriggio di oggi con l’ingresso ufficiale in Diocesi. Mons. Palmieri ha fortemente voluto che la sua missione pastorale iniziasse dalle zone ferite dal terremoto del 2016. “Era necessario partire da qui dove ci sono i segni della devastazione del sisma e voglio innanzitutto rendere omaggio alle 50 vittime di Arquata, così come a tutte quelle che hanno perso la vita in quella terribile notte di cinque anni fa. Ma – ha esortato – non siamo qui per piangere, bensì per ripartire, camminando insieme al Signore, senza mai scoraggiarci, ma venendoci incontro. Non vedo l’ora di incontrarvi uno a uno, sentire le vostre storie, progettare e realizzare i nostri sogni” ha detto il vescovo di Ascoli, che prima di impartire la benedizione ha chiesto a sua volta di essere benedetto dal decano dei sacerdoti dei Sibillini, don Umberto, da una suora e da una nonna. Il sindaco di Arquata Michele Franchi nel dare il benvenuto a mons. Palmieri gli ha ricordato le ferite del terremoto, ancora aperte. “Il suo – ha detto Franchi – sarà un ministero difficile perché qui non ci sono da ricostruire solo le case ma anche le anime. Ma ci fa grande piacere che Papa Francesco, che dopo il terremoto venne a trovarci, abbia scelto lei per aiutarci in questi cammino. Vedrà che le saranno di grande aiuto il coraggio e la forza della gente che ha scelto di rimanere in questi territori, seppure ancora nelle casette”.
All’incontro erano presenti sindaci e rappresentanti delle comunità di Acquasanta Terme e Montegallo.