Numerose sono le attività di servizio in corso da parte del Comando Provinciale di Ascoli Piceno a contrasto degli illeciti economico-finanziari perpetrati nel settore della “spesa pubblica”, in particolare quelli connessi allo stato emergenziale sanitario.
Le risorse messe in campo dall’Autorità di Governo per attenuare le conseguenze derivanti della crisi pandemica sono state di straordinaria entità, tra queste vi sono i “Contributi a fondo perduto” (somme di denaro elargite senza obbligo di restituzione) e “Finanziamenti assistiti da garanzia”, varati sin dall’inizio della fase emergenziale con il decreto “Rilancio” e, successivamente, confermati con i decreti “Ristori” e “Sostegni”.
Il costante e approfondito monitoraggio posto in essere dalle Fiamme Gialle, è stato indirizzato verso la platea di imprese della provincia picena e ha avuto come oggetto principale la verifica di tutti i requisiti imposti dalla normativa, onde scongiurare casi di indebito ottenimento di risorse che non solo vanificano le importanti finalità ad esse sottese, ma generano anche distorsioni concorrenziali a danno dei soggetti che ne hanno realmente necessità.
Gli interventi hanno determinato l’individuazione di numerose posizioni irregolari in capo a professionisti e ad imprese attive nei settori della vendita di carburanti per autotrazione e della fabbricazione di strutture metalliche, le quali hanno riportato nelle istanze presentate dati non veritieri (in quanto non corrispondenti alla rispettiva posizione fiscale/reddituale) circa la presunta perdita di fatturato, quale presupposto per l’accesso al beneficio.
34 sono stati i soggetti segnalati alla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno per le ipotesi di reato di “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” e di “truffa aggravata”.
Ulteriori 13 soggetti sono stati invece destinatari di sanzione amministrativa (con importi che variano da un minimo di 1.000 euro ad un massimo di 40.000 euro) a fronte di casi in cui il contributo percepito non ha superato la soglia-limite dei 4.000 euro prevista per la punibilità penale.
Ad oggi, l’attività di servizio ha consentito di accertare come indebitamente percepito, un importo complessivo di 415.000 euro (ovvero il 19% del totale dei contributi controllati pari ad oltre 2,2 milioni di euro) a fronte dei quali sono state avanzate analoghe specifiche proposte di sequestro all’Autorità Giudiziaria e già eseguiti provvedimenti cautelari reali per 20.000 euro. Sono, invece, circa 700.000 euro i contributi “bloccati” prima dell’erogazione, a conferma dell’efficacia dell’azione del Corpo non solo nella fase della “repressione” degli illeciti economico-finanziari, ma anche in quella della “prevenzione”, volta ad impedire che le distrazioni di denaro pubblico si perfezionino.
Azione di prevenzione nel settore della spesa pubblica che sarà maggiormente intensificata nelle more dei plurimi investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il massiccio drenaggio di liquidità atteso richiederà, infatti, un’osservazione preventiva e costante soprattutto da parte della Guardia di Finanza quale organo di polizia economico- finanziaria, per l’intercettazione delle potenziali frodi.
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle di Ascoli Piceno è solo l’ultima di una serie di iniziative adottate per il contrasto agli illeciti nel settore della “spesa pubblica” che assumono, specie nell’attuale periodo di emergenza sanitaria e crisi economica e per i futuri impegni finanziari del Governo, un “ruolo centrale” a tutela del bilancio dello Stato e degli enti locali nonché a sostegno indiretto degli operatori economici concretamente danneggiati, che agiscono nella legalità e nel pieno rispetto delle regole.