Una legge che serve a favorire gli investimenti, con la quale la Regione Marche colma “un vuoto nei suoi strumenti di politica industriale, per rafforzare il tessuto produttivo e industriale e contrastare i fenomeni regressivi che hanno caratterizzato alcune parti importanti del nostro sistema industriale”. È quanto ha sottolineato il vicepresidente Mirco Carloni, assessore alle Attività produttive, nell’intervento conclusivo del dibattito in Aula sull’approvazione, a maggioranza, della nuova legge regionale Promozione degli investimenti, dell’innovazione e della trasformazione digitale nel sistema imprenditoriale marchigiano. Con questa normativa, ha evidenziato Carloni, “si conclude un percorso legislativo di portata straordinaria che ha consentito di emanare ben sei leggi di natura economica, a partire dalla legge sulle start-up, quella sui consumatori, poi quelle sul commercio, sull’artigianato, sulle filiere e gli ecosistemi ed oggi questa sugli investimenti. Una attività legislativa, che non ha paragoni da quando è stata istituita la regione Marche che delinea una chiara strategia di rilancio dell’economia regionale. Una fase legislativa riformatrice importante che questa regione attendeva da molto tempo, che ha superato una logica di tallonamento della programmazione europea come accadeva in passato, con leggi emanate in corsa per non perdere il treno che passava. Oggi abbiamo definito un orizzonte legislativo attuale, che metterà a terra oltre 300 milioni di risorse POR-FESR, oltre al PNRR. Una strategia che si ritroverà chiaramente nei bandi che usciranno prossimamente”. Il vicepresidente ha quindi sottolineato come questa sia “la prima legge che promuove e sostiene nelle Marche gli investimenti espansivi, proprio per contrastare il declino industriale. Una legge calibrata anche sulle grandi aziende e non solo su quelle operanti nelle aree di crisi, dove continueremo a portare avanti gli accordi di sviluppo e quelli di innovazione, per far crescere le opportunità produttive e occupazionali di questi territori, insieme alla loro attrattività economica”.