L’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia elettrica pongono a serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione.
“Abbiamo non più di sessanta giorni davanti” – afferma il Presidente Nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – “il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo
passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”. Assipan Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo. La situazione attuale disegna uno scenario che configura un balzo eclatante delle voci di costo per le materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) mediamente quadruplicate
per gli operatori del settore della panificazione, rispetto al periodo precovid. Le prime stime prudenziali degli effetti della crisi sul settore della panificazione, evidenziano che da qui alla metà del 2023, in assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro. Di seguito le richieste dell’Associazione nazionale, condivise anche a livello provinciale dalla Confcommercio picena: “Immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore; revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi; praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi
all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF; moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, cosi come avvenuto in piena emergenza pandemica. Senza questi interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole degli italiani”.