UvaE dopo le manifestazioni d’interesse, arrivano anche le conferme delle aziende che lanciano il Distretto biologico delle Marche. Sono oltre 2.100 le aziende agricole marchigiane che si lanciano verso l’obiettivo di affermare le Marche come prima regione bio in Europa. Al momento sono ben 110mila gli ettari rappresentati nel Distretto (il 64% del totale, compresi i terreni in conversione). Grandi numeri rispetto a una totalità regionale fatta di 4223 aziende agricole e oltre 172mila ettari già certificati o in fase di conversione. “In questo contesto – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – la nostra organizzazione agricola ha avuto un ruolo da protagonista. Abbiamo cercato di far capire alle nostre aziende la potenzialità di unire gli sforzi e dare al territorio un unico brand vincente. La risposta è stata di grande entusiasmo tanto che l’invito è stato accolto da oltre un migliaio di soci”. Il bio, dunque, come distintività da abbinare a un brand Marche e che sembra avere sempre più credito presso i consumatori. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Immagino i prodotti che portano la nostra regione ben riconoscibile in etichetta hanno fatturato 61 milioni di euro nel 2021 (+6,7% sul 2020), trainati dai vini Doc, Docg, Igp e Igt. Nel frattempo i terreni biologici nelle Marche sono aumentati del 4% secondo l’ultimo rapporto Sinab. Tra le colture più rappresentative ci sono la vite con 6.500 ettari (il 43% delle coltivazioni), 3.400 ettari di oliveti, quasi 4mila ettari di ortaggi, 61mila ettari tra pascoli e foraggi per l’alimentazione animale e circa 20mila di cereali. “Ora l’auspicio è di poterci confrontare al più presto con il nuovo assessore regionale all’Agricoltura – conclude la presidente Gardoni – un ruolo chiave in questo momento di lancio del Distretto. Siamo fiduciosi di poter continuare il lavoro proficuo avviato con l’uscente Carloni”.

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