Questa mattina, ad Ascoli, alla presenza dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Andrea Maria Antonini, del sindaco Marco Fioravanti, del presidente Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini, del Magnifico Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, del direttore Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione e del presidente Svem Andrea Santori collegato da remoto, è stato presentato, in conferenza stampa, il bando Fiere per il 2023. La Regione intende proseguire l’attività di sostegno alle micro, piccole e medie imprese del territorio marchigiano che parteciperanno alle manifestazioni fieristiche nazionali e internazionali che si svolgeranno nel primo semestre di quest’anno, sia in presenza che in modalità virtuale. “Le Fiere – ha sottolineato Antonini nel portare i saluti del presidente Acquaroli e di tutta la Giunta – rappresentano per la Regione momenti molto importanti, in grado di creare nuove relazioni e nuovi mercati. Con la Camera di Commercio vogliamo non solo mantenere questo rapporto, ma ravvivarlo perché è fondamentale la collaborazione tra istituzioni per fare sistema e avere una veduta d’insieme. Sappiamo tutti che il mercato è in continua evoluzione, con nuovi orizzonti e scenari e proprio per questo occorre che le imprese, anche attraverso dei programmi di filiera, siano solide e strutturate quando si propongono all’estero e che abbiano delle capacità competitive elevate dal punto di vista delle innovazioni e delle tecnologie. Per affrontare questo tema la Regione si è attivata con dei bandi in grado di contribuire e supportare le imprese per essere competitive sul mercato estero. Vorrei concludere nel dire che il Sud delle Marche, per molti anni, è stato trascurato con delle scelte spesso un po’ squilibrate ed è necessario riportare un po’ di equità, soprattutto in quei territori che negli anni hanno sofferto”. “L’evoluzione delle Fiere – ha rimarcato Gregori – ha portato ad un nuovo processo che è quello dell’integrazione tra la fiera fisica e quella digitale, partendo da un punto fondamentale, come quello che l’approccio relazionale non è sostituito dalle macchine, in quanto gli affari si fanno tra persone, attraverso le relazioni e che queste si possono sviluppare e consolidare mediante le macchine”. Per Bruschini “la necessità di fare sistema è una priorità per far diventare le Marche protagoniste nei mercati internazionali nei settori che la caratterizzano, quali il turismo e il manifatturiero. Dobbiamo raccogliere quello che viene dalle singole imprese, non occorre inventarsi niente, metterle nelle condizioni di esprimere al meglio le loro grandi potenzialità e avere sempre in mente l’unicità del messaggio”. Il bando prevede ammesse a contributi le imprese che al momento della domanda abbiano sede legale nel territorio della Regione Marche, risultino iscritte e attive al Registro delle Imprese e in regola con gli obblighi contributivi per quanto riguarda la correttezza nei pagamenti e negli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi nei confronti di INPS, INAIL e CNCE come comprovato da apposita visura Durc, non siano sottoposte a fallimento, concordato fallimentare, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straordinaria, concordato preventivo con effetti liquidatori, non abbiano beneficiato o beneficino di altri contributi, sovvenzioni, sussidi, ausili finanziari e vantaggi economici di qualunque genere da parte di amministrazioni, non abbiano in corso contratti di fornitura di beni-servizi, anche a titolo gratuito, con la Camera di Commercio delle Marche. Il contributo viene erogato per esposizioni permanenti di beni e servizi organizzate per esclusive finalità promozionali (es. showroom), business meeting e convegni, manifestazioni di interesse tipicamente locale, quali le sagre paesane, le feste patronali e le iniziative folcloristiche locali, mercati di ambulanti e i mercatini occasionali, periodici e/o rionali, mostre ed esposizioni a carattere non commerciale di opere d’arte e mostre zoologiche e mostre filateliche, numismatiche o mineralogiche, quando non abbiano una prevalente finalità commerciale o di scambio.