Arquata del Tronto bRischia una brusca frenata, a causa di tre ricorsi al Tar presentati da alcuni cittadini, il percorso verso l’attesa ricostruzione dei centri dell’Arquatano, ovvero  l’epicentro del tragico sisma del 2016 con edifici rasi al suolo, famiglie costrette ad abbandonare i proprio luoghi di origine e una aspettativa che si prolunga ormai da oltre 6 anni e mezzo. Le tre richieste presentate al Tribunale amministrativo regionale, da parte di alcuni cittadini che si ritengono penalizzati o rilevano carenze, sono mirati ad annullare la delibera con cui il Comune di Arquata, nel dicembre scorso, aveva spianato la strada ai piani urbanistici attuativi per iniziare a ricostruire quel territorio, con 7 zone perimetrate e un futuro tutto da ridisegnare. Si rischia, dunque, la sospensione con ulteriori ritardi. I Piani inseriti nell’importante delibera dello scorso 2 dicembre portata dal sindaco Michele Franchi all’approvazione del consiglio comunale di Arquata riguardano la ricostruzione del centro principale e delle frazioni di Vezzano, Tufo, Capodacqua, Piedilama, Pretare e Pescara del Tronto. I cittadini che hanno deciso di ricorrere al Tar hanno proposto una con istanza di sospensiva, chiedendo l’annullamento della delibera  e tutti gli atti connessi. Il Comune di Arquata, così come la Provincia di Ascoli si sono costituiti in giudizio davanti al Tar Marche, con la prima udienza prevista proprio oggi, 8 marzo.  Sulla questione e sul rischio di un rallentamento della ricostruzione, sono intervenute con un comunicato 11 associazioni di proprietari e di volontariato del territorio di Arquata (“Pescara del Tronto 24/08/16”, “Io sto con Pescara del Tronto”, “Proprietari Arquata del Tronto capoluogo”, “Proprietari immobiliari frazione Pretare”, “Capodacqua viva”, “Proprietari Tufo”, “Comitato Ricostruire Tufo”, “Alba di Vezzano”, “Arquata Futura”, “Arquata Potest” e “Piè Vettore”). “Dai Piani attuativi – sostengono  le associazioni – dipende la ricostruzione delle sette frazioni più distrutte, e se la richiesta di sospensiva venisse accolta, un territorio ferito, centinaia di persone ancora nelle Soluzioni abitative di emergenza, una comunità che vive in condizioni difficilissime ed emergenziali dal 24 agosto del 2016 vedrebbero compromessa, per chissà quanti anni ancora, ogni concreta prospettiva di rinascita. Gli abitanti delle sette frazioni perimetrate, di cui le associazioni sono portavoce, non riescono a credere che tutto ciò che è stato fatto fino a oggi per dare un futuro ai loro paesi rischi di essere vanificato. Sappiamo che ogni singolo aspetto è stato oggetto di valutazioni approfondite. In una vicenda lunga e complessa come quella della ricostruzione dopo il sisma del 2016, sarebbe paradossale non mettere al centro il bene comune. Arquata vuole vivere, gli arquatani chiedono di non bloccare la ricostruzione”.

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