Il pesce dimenticato, evento didattico serale incentrato sul riconoscimento di porzioni di specie lavorate e trasformate, da parte degli studenti del Master in management aree e risorse acquatiche costiere – management acquacoltura sostenibile, abbinamenti culinari per la creazione di piatti bilanciati dal punto di vista nutrizionale e relative tecniche di comunicazione, metodi di lavorazione e preparazione dei piatti per esaltare le caratteristiche sensoriali delle specie ittiche, impatto ambientale e ricadute commerciali. Questa la sintesi della tavola rotonda sul tema “Il nostro pesce dimenticato: potenzialità delle specie neglette nell’acquacoltura italiana e valorizzazione di quelle allevate”, che ha visto chiamati in causa gli studenti del Master di 2° livello dell’Unicam in Management Aree e Risorse Acquatiche Costiere realizzato con il contributo della Regione Marche. L’evento finalizzato all’implementazione dell’acquacoltura locale è stato condotto dal Prof. Francesco Tiralongo dell’Università di Catania, dal prof. Alberto Felici, direttore del Master dell’Università di Camerino e dal prof. Simone Curzi Presidente della Federazione Italiana Cuochi di Ascoli Piceno, con il contributo delle dottoresse Lucrezia Cilenti (Cnr Lesina) e Sarà Ignoto (Unict). Oltre agli studenti e docenti del master, l’evento ha coinvolto professionalità provenienti degli istituti alberghieri, dal settore della produzione e trasformazione del settore ittico, membri di associazioni del settore ittico, ispettori veterinari, responsabili di strutture di ricerca nel settore e rappresentanti di aziende specializzate nel settore “Blu” che hanno dato il loro contributo sia durante la serata, sia nel dibattito finale incentrato sulla valorizzazione delle figure professionali formate dal Master. «La riscoperta del pesce dimenticato è importante per molte ragioni – ha evidenziato il Prof. Felici – in primo luogo per le loro proprietà nutrizionali che dovrebbero essere maggiormente valorizzate da un punto di vista commerciale e che permettono anche di poter mettere in campo azioni che contribuiscano a ridurre lo sforzo di pesca sulle specie ittiche più popolari implementando così la sostenibilità delle attività di pesca. Inoltre la crescente attenzione verso queste specie da parte del consumatore può, alla lunga, essere soddisfatta solo attraverso il passaggio a forme di allevamento, contribuendo così a preservare la biodiversità degli ecosistemi marini e costieri. La valorizzazione delle specie ittiche dimenticate può portare a nuove opportunità di mercato, contribuendo a diversificare l’offerta di prodotti ittici di allevamento e promuovendo lo sviluppo di nuove filiere di produzione e commercializzazione». La trattazione nel corso dell’evento delle specie ittiche maggiormente allevate è stata finalizzata ad incentivare il consumo di questa tipologia di prodotti superando alcune diffidenze verso il prodotto allevato che ancora esistono presso il consumatore. L’appuntamento si inseriva nella serie di incontri tecnici innovativi, sui nuovi scenari per l’acquacoltura italiana, fortemente voluta dal Prof. Alberto Felici, che ha visto la partecipazione di relatori di altissimo livello che hanno dibattuto su tematiche inerenti le nuove frontiere dell’acquacoltura della sostenibilità ambientale, della tutela e valorizzazione delle specie, di attuale e futuro interesse commerciale.