autoritratto AnastasiSarà inaugurata domani, 27 aprile alle ore 18, a Palazzo dei capitani, la mostra “Nino Anastasi. La memoria del dolore” a cura di Stefano Papetti, noto pittore ascolano scomparso nel 1981. Nel 2020 ricorreva il primo centenario della nascita del pittore ascolano Nino Anastasi (1920-1981), ma la pandemia ha impedito che si potessero realizzare gli eventi espositivi già progettati con la famiglia dell’artista, per dare il dovuto peso alla ricorrenza e, nel contempo, per ricordare un pittore che, sebbene abbia scelto di vivere appartato e di dedicarsi all’insegnamento formando varie generazione di giovani ascolani, ha tuttavia rappresentato nelle sue tele la condizione di sofferenza e il male di vivere che hanno attraversato quella generazione di artisti italiani che hanno vissuto la drammatica esperienza del secondo conflitto mondiale. Dopo avere frequentato il liceo artistico di Venezia, dove conobbe Bruno Saetti, Anastasi si è iscritto alla facoltà di architettura senza però completare il corso di studi, poiché richiamato alle armi: all’esperienza vissuta nel campo di concentramento di Weitzendorf, il giovane artista ha dedicato una serie commovente di disegni che rappresentano i luoghi della detenzione, la vita del campo militare, le persone con le quali ha condiviso quella drammatica esperienza. Rientrato ad Ascoli, Anastasi ha iniziato la sua carriera di insegnamento presso il Liceo Scientifico, dedicandosi alla pittura ed esponendo le sue opere soltanto in rare occasioni. Numerose le tele e le incisioni che l’artista ha dedicato alla città, rappresentandone gli scorci più suggestivi e il paesaggio del territorio: nel corso degli anni Settanta, la pittura di Anastasi riflette il desiderio di percorrere strade nuove, pur senza mai rinunciare al carattere figurativo.
Elabora una serie di tele nelle quali campeggiano tessuti che si muovono nell’aria, compiendo degli eleganti arabeschi: sul finire della sua attività, compaiono dei bambolotti disarticolati che lasciano trasparire una inquietudine esistenziale struggente. La mostra, presentando opere in gran parte inedite appartenenti ai discendenti dell’artista, si prefigge dunque di ripercorre la produzione di Anastasi in tutte le sue fasi, al fine di rendere omaggio alla personalità di un maestro che ha fatto dell’understatement il suo modo di vivere. Nel quadro di una progettualità di ampio respiro, l’Amministrazione comunale intende promuovere la conoscenza degli artisti ascolani che nel Novecento hanno mantenuta viva la fiamma della creatività, trovando un difficile equilibrio fra l’esigenza di un continuo aggiornamento e la
volontà di non trascurare le proprie radici.

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