Nonostante le criticità e le incognite che al giorno d’oggi aleggiano sui mercati internazionali, l’export continua a rappresentare un tassello fondamentale per le sorti delle piccole e medie imprese italiane e del Piceno. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla CNA nell’ambito dell’Osservatorio sull’export, lo studio redatto dall’associazione con l’obiettivo valutare lo stato di salute delle esportazioni nazionali e avanzare delle soluzioni in grado di garantire stabilità e continuità agli investimenti e agli scambi commerciali delle aziende italiane. Un’analisi dettagliata ed estremamente approfondita di un universo di micro e piccole imprese estremamente variegato e composito, che oltre a coinvolgere direttamente le aree e i distretti di più antica vocazione manifatturiera occupa oltre un milione di addetti in tutto il Paese, per un valore pari a circa il 20% dell’export manifatturiero nazionale.
A partire dall’osservazione dei più recenti dati strutturali di fonte ufficiale (Eurostat, Istat, Ice), abbinati ai risultati di un’indagine di campo condotta ad aprile 2022 su un campione di circa 600 micro e piccole imprese manifatturiere associate, i dati dell’Osservatorio export evidenziano il ruolo chiave svolto dal sistema delle piccole imprese, che con le loro vendite all’estero contribuiscono a far dell’Italia la seconda economia europea per esportazioni manifatturieredopo la Germania.
Abbigliamento e moda, alimentari e bevande, arredo casa e automazione-meccanica si confermano i settori trainanti dell’export italiano: come confermato dall’Osservatorio, le imprese con meno di 50 addetti contribuiscono al 40,6% del fatturato estero italiano nel comparto del legno, il 31,8% nel tessile, il 22,0% nell’abbigliamento e nell’alimentare.
Percentuali importanti, che da anni contribuiscono alla crescita dell’economia nazionale sopperendo all’ormai cronica debolezza della domanda interna e che, nonostante le evidenti difficoltà sul piano economico e geopolitico globale, si confermano tuttora un autentico valore aggiunto per il tessuto imprenditoriale e sociale italiano. A fine 2022, infatti, le esportazioni italiane hanno registrato un sensibile incremento rispetto alle annualità precedenti, superando i livelli pre-pandemici di quasi otto punti percentuali (7,9%) e attestandosi sui 600 miliardi di euro di fatturato, di cui 125 miliardi di euro frutto al 95% del lavoro di artigiani e piccole aziende.
Tuttavia, nonostante i numeri relativamente confortanti, le imprese del territorio risultano quotidianamente esposte a una serie di problematiche che rischiano di compromettere l’accesso ai mercati esteri. È il caso, ovviamente, del perdurare del conflitto in Ucraina, ma anche della crisi energetica, delle conseguenti tensioni inflazionistiche e delle recenti manovre protezionistiche di alcuni Paesi, che di certo non favoriscono gli investimenti produttive e la programmazione a medio e lungo termine delle aziende coinvolte.
In questo senso, la CNA di Ascoli Piceno ribadisce la necessità di sostenere le piccole aziende del territorio per non disperdere il potenziale economico e innovativo dei nostri imprenditori, autentici ambasciatori del Piceno in giro per il mondo.
In particolare, secondo l’associazione territoriale di Ascoli Piceno è opportuno valorizzare la qualità dell’imprenditoria locale continuando a lavorare su due fronti, assicurando da un lato la dovuta continuità di business a chi, negli anni, ha saputo cogliere le opportunità riservate dai mercati esteri e offrendo, dall’altro, la possibilità di confrontarsi con nuove stimolanti sfide a chi, nelle prossime settimane, vorrà mettersi alla prova aprendosi all’internazionalizzazione.
Occorrerà affiancare non solo le imprese con una consolidata esperienza in termini di export e scambi commerciali, ma soprattutto il 28,9% delle imprese intervistate che attualmente considera l’export un aspetto puramente complementare del proprio volume di affari e l’ulteriore 28% che invece vanta con i mercati esteri un rapporto puramente episodico.
In questo senso, tra le soluzioni individuate dalla CNA nel confronto con le aziende spiccano un maggiore aiuto nella selezione di partner commerciali affidabili e nella partecipazione agli eventi fieristici, ma anche la diffusione di misure atte alla penetrazione in nuovi mercati e un accesso agevolato al credito per l’export, strumenti in grado di garantire sostegno mirato e visibilità alle aziende di piccole dimensioni.
«Lo studio elaborato da CNA fornisce ancora una volta dati di estremo interesse, senza dubbio utili a elaborare una strategia condivisa per favorire l’accesso ai mercati esteri da parte delle piccole e medie imprese del Piceno – afferma Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno -. Come associazione avvertiamo la responsabilità di traghettare le nostre imprese artigiane verso un vero e proprio cambiamento generazionale nel segno dell’internazionalizzazione, con l’obiettivo di rendere il Piceno sempre più protagonista sui mercati di tutto il mondo».
«Tra aziende ancora alle prese con un complesso riposizionamento in seguito alle recenti tensioni geopolitiche, realtà imprenditoriali che attualmente riservano all’export una quota solo marginale della propria attività e aziende che non si sono mai confrontate con l’estero, il tessuto imprenditoriale del Piceno cela uno straordinario potenziale sommerso in termini di export – conferma Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli Piceno -. Per questa ragione, ogni giorno la nostra associazione fornisce consulenza e servizi alle aziende che intendono affrontare la sfida dell’internazionalizzazione, rafforzando la presenza, la riconoscibilità e la qualità del Made in Italy in ogni angolo del pianeta».