Occasione importante anche per i disoccupati del Piceno di età tra i 18 e i 65 anni: tornano, infatti, le borse lavoro appena attivate, con uno specifico bando, dalla Regione Marche. I centri per l’impiego locali dovranno raccogliere le richieste di adesione da parte di imprese, associazioni e studi professionali (esclusi gli enti pubblici) con sede locale che vogliano aprire le porte a disoccupati che nel frattempo richiederanno, entro il 31 luglio, l’attivazione di una borsa lavor. Per loro c’è la possibilità di fare esperienza in un’azienda o attività per 8 mesi con una indennità mensile di 800 euro in base a un orario settimanale che potrà andare da 28 a 32 ore. La prospettiva può essere quella di un’assunzione, considerando che il soggetto ospitante riceverà un contributo di 5 mila euro per un contratto di lavoro a tempo determinato per almeno un anno e di 10 mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato. Per tutto il territorio regionale sono stati stanziati 13,4 milioni di euro di cui 2 milioni per il 2023, con domande entro il prossimo 31 luglio, altri 3,7 milioni nel 2024 con due “finestre” dal primo gennaio al 29 febbraio e dal primo settembre al 31 ottobre, ulteriori 3,7 milioni nel 2025 con richieste tra il primo gennaio e il 28 febbraio e tra il primo settembre e il 31 ottobre. Le richieste saranno ammesse fino ad esaurimento delle risorse. Potranno richiedere l’attivazione di una borsa lavoro iresidenti nelle Marche, disoccupati, di età tra i 18 e 65 anni, che abbiano sottoscritto un patto di servizio o per il lavoro con uno dei centri per l’impiego. Il richiedente non deve aver presentato domanda di ammortizzatore sociale e non esserne percettore, né deve aver svolto negli ultimi 24 mesi dalla data di presentazione della domanda uno o più interventi di borsa lavoro, borsa ricerca o tirocinio extracurriculare finanziati con risorse della programmazione Por Marche 2014/2020. Per quanto riguarda, invece, i soggetti ospitanti, oltre ad avere sede operativa nelle Marche, per ospitare borsisti devono essere datori di lavoro privati, professionisti, imprese o associazioni e organizzazioni senza fine di lucro iscritte nei pubblici registri stabiliti per ogni categoria dalla legge di riferimento. Sono esclusi gli enti pubblici e le società partecipate a controllo pubblico, i datori di lavoro che svolgono esclusivamente attività stagionali e quelli che applicano esclusivamente contratti di lavoro domestico, a domicilio o sono privi di sede operativa.