Una joint venture criminale italo-polacco commercializzava, sia sui canali tradizionali sia sul web, pezzi di ricambio d’auto rubati.
E’ stato individuato grazie a sinergie operative messe in campo dal Gruppo della Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale di Ascoli Piceno che hanno denunciato i tre presunti responsabili per i reati di ricettazione, riciclaggio, contraffazione, frode nell’esercizio del commercio e omesse dichiarazioni in materia di Iva e imposte dirette.
L’attenzione dei due reparti investigativi si è concentrata su alcuni magazzini della zona industriale di Ascoli all’interno dei quali, a seguito delle perquisizioni, coordinate dalla locale Procura, sono stati rinvenuti, esaminati e catalogati migliaia di pezzi di ricambio, consistenti in airbag, centraline elettroniche, cruscotti, sterzi, un motore usato completo, parti di carrozzeria varie ed altro materiale, tutti di recente costruzione, appartenenti a numerosissimi brand automobilistici. Per centinaia di questi pezzi di ricambio è stata determinata la provenienza illecita, da auto precedentemente rubate in tutta Italia.
L’attenzione dei due reparti investigativi si è concentrata su alcuni magazzini della zona industriale di Ascoli all’interno dei quali, a seguito delle perquisizioni, coordinate dalla locale Procura, sono stati rinvenuti, esaminati e catalogati migliaia di pezzi di ricambio, consistenti in airbag, centraline elettroniche, cruscotti, sterzi, un motore usato completo, parti di carrozzeria varie ed altro materiale, tutti di recente costruzione, appartenenti a numerosissimi brand automobilistici. Per centinaia di questi pezzi di ricambio è stata determinata la provenienza illecita, da auto precedentemente rubate in tutta Italia.
A tal proposito, la Guardia di Finanza ha valorizzato i dati ed elementi acquisiti nell’indagine penale ricostruendo analiticamente i redditi conseguiti e non dichiarati dal sodalizio criminoso per 6 milioni di euro in termini di reddito imponibile ai fini delle Imposte Dirette e circa 1,3 milioni di euro di IVA dovuta.
I siti web utilizzati per la commercializzazione sono stati oscurati, e tutta la componentistica rinvenuta è stata sottoposta a sequestro. Diverse sono le ipotesi di reato ipotizzate nei confronti dei tre presunti responsabili quali, ricettazione (art. 648 c.p.), riciclaggio (art. 648 bis), contraffazione (art.473 c.p.), frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.) e omesse dichiarazioni in materia di IVA e II.DD. (art. 5 D.Lgs. 74/2000).
I siti web utilizzati per la commercializzazione sono stati oscurati, e tutta la componentistica rinvenuta è stata sottoposta a sequestro. Diverse sono le ipotesi di reato ipotizzate nei confronti dei tre presunti responsabili quali, ricettazione (art. 648 c.p.), riciclaggio (art. 648 bis), contraffazione (art.473 c.p.), frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.) e omesse dichiarazioni in materia di IVA e II.DD. (art. 5 D.Lgs. 74/2000).