di Luca Marcolini
Lo ammetto: stavolta mi trovo a dover scrivere l’articolo più difficile e doloroso della mia carriera giornalistica.
Stavolta parlo di te, babbo, al secolo Arnaldo Marcolini, uno di quegli artisti che dietro il pennello e la tela hanno avuto un’anima creativa e umana unica nel suo genere. Silenzioso e rispettoso dei valori e degli altri, sempre pronto a leggerti dentro e fare un passo avanti per emanare sensazioni positive e insegnare la vita delle emozioni e dei sentimenti, stavolta hai deciso di fare un passo indietro e lasciare vivere le tue opere al tuo posto. Opere che, oltre la tua famiglia, erano figlie del tuo talento e del tuo scavare e scovare nella tua anima.
In questo maledetto 28 marzo 2024 hai deciso di andartene in silenzio, in punta di piedi, quasi chiedendo scusa per il disturbo a questo mondo in cui troppo spesso la sensibilità è un lusso che rischia di emarginare.
Tu che hai deciso di scegliere il percorso che sentivi per te più giusto, ovvero quello dell’arte pura, senza condizionamenti e compromessi, e sei partito alla volta di Roma per cavalcare il sogno, tra liceo artistico e Accademia, per poterti esprimere come meglio sapevi. Tra sacrifici, autostop per tutta l’Europa e la libertà di pensieri e opere, senza omissioni.
Un percorso lungo che ha portato le tue creature nate dalle tue lucide visioni in tutto il mondo, dagli States all’Europa e alla Russia. E ancora, dal Museo del Prado alla Biennale di Venezia. Come un filo da seguire per realizzare un sogno, mentre parallelamente sceglievi di emanare la tua passione fervente per l’arte anche attraverso le parole, la tua voglia di insegnare pensando a un possibile approccio alla vita diverso, trasferendo idee, valori e pensieri ai tuoi studenti dell’Istituto d’arte di quella che possiamo definire la scuola della crescita delle conoscenze arricchite dal senso dell’umanità.
Hai viaggiato e portato le tue visioni artistiche oltre i confini e sempre in una direzione innovativa rispetto a quella chiusura mentale molto difficile da scardinare in una piccola città di provincia come Ascoli, con le sue inveterate abitudini. Hai avuto rapporti, in certi casi anche intensi e di complicità, con personaggi di alto spessore intellettuale ed artistico come Umberto Eco (con la sua dedica speciale per te) che ha voluto riconoscere le tue qualità valoriali. O come Oliviero Toscani, Vittorio Sgarbi e i più importanti galleristi italiani e stranieri. Ed ecco apprezzamenti, riconoscimenti importanti, essendo uno dei rari artisti ascolani con opere esposte in tutto il mondo, al fianco della riconosciuta qualità della persona.
Poi, però, forse scoraggiato per lunghi anni anche dall’indifferenza della tua ingiusta terra natìa, alla fine hai riposto il tuo pennello per cercare una nuova dimensione oltre l’esperienza terrena.
Ma i tantissimi che ti hanno apprezzato conoscendoti davvero e che hanno sempre dimostrato tutto il loro attaccamento viscerale al tuo essere persona vera, anche stavolta, dopo il tuo ultimo respiro su questa terra, hanno voluto inondarti di centinaia di messaggi, pensieri, e anche di tante silenziose e significative presenze (anche da fuori città) nel giorno del tuo trapasso. Migliaia di persone che. come tua famiglia. non smetteremo mai di ringraziare.
Perché questo significa che, alla fine, la forza dei valori vince sempre. E tu hai avuto il merito di credere negli ideali della lealtà, della solidarietà, del rispetto di tutti e nell’affetto di quegli “angeli” (tanti) che hanno sempre saputo dare un grande valore e peso alle tue “pennellate” con cui riuscivi a dare un’anima e un senso a questa vita.
Ciao babbo, adesso dipingi il cielo per continuare a dare nuovi colori alle nostre vite.
Per tutte le informazioni su Arnaldo Marcolini:
www.arnaldomarcolini.it