di Luca Marcolini

 

IMG-20240604-WA0016La Sanità che ci piace. La Sanità che, nel senso più concreto e nel segno della prossimità,  accarezza umanamente e professionalmente il paziente – in particolare le persone più anziane, quelle fragili e spesso dimenticate – per restituire una speranza a chi, forse, l’aveva persa. Quella del primo Ospedale di comunità ad Ascoli – aperto oggi – è una sfida vinta che nasce e cresce nel Piceno alimentata dalla grande energia e dall’imponente mole di lavoro di tutti coloro che, a partire dal dinamismo della direzione generale dell’Azienda sanitaria di Ascoli, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo per raggiungere l’obiettivo. E’ qualcosa che va oltre i dati, le slides, i parametri, le pianificazioni (pur se, indiscutibilmente, fondamentali): è l’esempio perfetto di quello che la Sanità deve rappresentare per il territorio. Accoglienza, assistenza, coinvolgimento dei medici di base e dell’Università (anche in prospettiva) per essere sempre più vicina, passo dopo passo, al paziente che soffre e che ha una sua dignità.

Dalla sofferenza e il buio nell’era del Covid alla nuova speranza per riaccendere una luce sui più fragili, la struttura all’interno del “Mazzoni”, recuperata in tempi record anche grazie all’opportunità prontamente colta del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), ora accoglierà 16 persone anziane che, senza tutto ciò, avrebbero forse perso la voglia di vivere.

IMG-20240604-WA0017Il segnale è importante. E lo si capisce anche dalla nuova visione con cui si è rigenerato questo nuovo polo dell’accoglienza sanitaria che rappresenta la fascia intermedia, per le lungodegenze e le cronicità, tra il ricovero ospedaliero e il domicilio. Uno spazio-cuscinetto che, con una professionale assistenza infermieristica imperniata su un nuovo modello, affiancata dalla componente universitaria, e con la sinergia di medici di medicina generale disponibili per questa nuova esperienza, vuole diventare un anello fondamentale nella catena del sistema socio-sanitario sul territorio. A parlare è anche l’ambiente, dalle camere con nomi di fiori al posto dei numeri alla sala per la refezione e a quella, attrezzata, per la riabilitazione. Un ambiente dove Sanità fa rima con Umanità.

Un risultato che certifica, qualora ce ne fosse bisogno, che il perno di questa Sanità picena deve restare prioritariamente il paziente, sia per i risultati più importanti raggiunti che per lavorare sulla risoluzione delle criticità. Ma continuando sempre a lasciare fuori dalla porta delle strutture sanitarie ogni polemica sterile, ogni contrapposizione senza una finalità positiva, ogni possibile tentativo di strumentalizzazione. Quel che conta è la salute. Quella delle persone e quella della Sanità che ci piace.

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