IMG_7439 La Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, in totale sinergia e collaborazione con Fondazione Cetacea, con l’Unità di Ricerca e Didattica UNICAM di San Benedetto del Tronto e con il Comune di Cupra Marittima, continua il monitoraggio del nido di tartaruga marina deposto sulla spiaggia di cuprense. Solo il quinto nido di Caretta Caretta rinvenuto in tutto l’Adriatico centro-settentrionale dal 2019, dopo quelli di Pesaro, Jesolo, del Delta del Po e di Milano Marittima. Sopralluogo e riunione di coordinamento – Ieri mattina, presso il Comune di Cupra Marittima, si è tenuta una riunione di coordinamento preceduta da un sopralluogo sulla spiaggia. Alla riunione hanno partecipato le Capitanerie di porto sambenedettese e cuprense, la Fondazione Cetacea, l’Università di Camerino ed il Comune.

Il sopralluogo in spiaggia, invece, si è reso necessario anche per posizionare un data logger: un sofisticato strumento che permetterà di misurare la temperatura della sabbia, trasmettendo automaticamente i dati raccolti ad un centro che li analizzerà real-time. Stato del nido e misure future – Nonostante siano passati pochi giorni dalla deposizione, le uova si trovano in ottime condizioni. Anche e soprattutto, grazie alle misure di protezione adottate. Il calore della sabbia sta facendo il resto, favorendo l’incubazione. Nei prossimi 20 giorni non sono previste ulteriori azioni. La prossima riunione di coordinamento è fissata nella prima settimana di luglio. Solo allora gli esperti valuteranno la possibilità di traslocare il nido più a monte, riducendo così il pericolo di inondazione.

 Sensibilizzazione e formazione – La Fondazione Cetacea organizzerà prossimamente incontri sulla spiaggia per sensibilizzare la popolazione al rilevamento delle tracce di tartaruga, con l’obiettivo di proteggere i nidi lungo l’Adriatico.

Saranno organizzati momenti formativi anche per bagnini ed operatori di spiaggia. “Questo evento rappresenta un grande contributo per il futuro della conservazione delle tartarughe marine. Invitiamo tutti i cittadini ed i turisti a partecipare alle nostre iniziative di sensibilizzazione ambientale, che saranno tante. Sono tutte attività che mirano ad educare la comunità, soprattutto i più piccoli, sull’importanza della conservazione delle tartarughe marine e degli ecosistemi marini”, afferma Sauro Pari, Presidente della Fondazione Cetacea.

Opportunità di ricerca – L’Unità di Ricerca e Didattica UNICAM di San Benedetto del Tronto metterà a disposizione le proprie competenze ed un pool di ricercatori per raccogliere dati eco-tossicologici, studiando il trasferimento madre-embrioni, su cui si hanno pochissime informazioni. “Il nido rappresenta un’opportunità unica per la raccolta di dati fondamentali, tra i quali la temperatura di incubazione delle uova, che influisce sulla determinazione del sesso degli embrioni. Questo monitoraggio è cruciale: rappresenta un’occasione importante di divulgazione scientifica e di formazione pubblica, che permetterà la protezione delle uova fino alla schiusa e la raccolta di dati utili alla conservazione delle tartarughe marine”, dichiara il prof. Francesco Palermo, docente dell’unità di ricerca e didattica dell’Università di Camerino. Ruolo della Guardia Costiera – Il Comandante della Guardia Costiera sambenedettese, Capitano di Fregata (CP) Alessandra DI MAGLIO, ribadisce l’importanza del ruolo della Guardia Costiera nella salvaguardia dell’ambiente marino e della fauna che lo abita: “La nostra missione è proteggere il mare e le sue creature. Ma è anche vero che la salvaguardia del nostro mare è una responsabilità collettiva. Abbiamo la fortuna di poter contare sul supporto e sull’esperienza di Fondazione Cetacea ed UNICAM. Con l’aiuto di tutti, possiamo garantire un futuro più sicuro per le tartarughe marine e per la biodiversità del nostro Adriatico”. L’intervento dei militari della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto e di Cupra Marittima si inserisce nella più ampia funzione del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera di salvaguardia dell’ambiente marino e della fauna che lo stesso ospita (Direttiva 92/43/CEE – Habitat) e, in particolare, di animali appartenenti a specie protette come le tartarughe marine e cetacei che, soprattutto a causa dell’interazione con l’uomo, rischiano di subire una drastica diminuzione nei nostri mari.

 

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