Polizia localeI consiglieri comunali di tre gruppi dell’opposizione ad Ascoli intervengono con un comunicato relativo all’armamento della polizia locale. “In attesa del consiglio comunale di lunedì, – scrivono i consiglieri di Ascolto & Partecipazione, Ascoli bene comune e Partito democratico – nonostante il voto contrario e compatto delle opposizioni, è stato approvato in commissione l’aggiornamento del regolamento per l’armamento della polizia locale. Pensiamo che la polizia locale abbia un altro ruolo, semmai di supporto alle forze dell’ordine armate che spesso vediamo presenti in città. Riteniamo altresì che il corpo di polizia locale, che ringraziamo per il quotidiano lavoro che svolge, debba essere messo in condizioni di operare nel migliore dei modi con dotazioni tecniche e mezzi di qualità. Ascoli non è una città violenta. Non ci sembra ci sia un aumento della criminalità o da incombenti preoccupazioni legate alla sicurezza pubblica e tantomeno si sono manifestati episodi in cui la polizia locale sia stata chiamata a rispondere a situazioni di minacce tali da indurre l’uso di armi da fuoco. Che la città di Ascoli Piceno sia sicura non lo diciamo noi, ma lo ha affermato il sindaco stesso nell’ ultima campagna elettorale arrivando addirittura ad affermare in molte uscite pubbliche che durante la sua amministrazione i reati sono diminuiti”. “Abbiamo una concezione diversa – sostengono Ameli, Cappelli, Dominici, Luzi, Marcucci, Nardini e Procaccini – rispetto a quella ideologica che vuole essere messa in campo: i nostri agenti della polizia municipale” “devono essere visti come membri attivi e impegnati della comunità, pronti ad ascoltare e rispondere alle esigenze dei nostri concittadini. La fiducia reciproca è la chiave per una città in cui tutti si sentono al sicuro. Oltre che nel principio, non siamo convinti neanche del merito. Nonostante la destra abbia preso questa decisione inutile e potenzialmente dannosa, lo ha fatto anche in modo inappropriato: riteniamo, infatti, sia assolutamente necessaria la richiesta di controlli sull’ idoneità all’uso dell’arma ogni 2 anni, e che sia necessaria l’armeria dentro il comando per permettere a tutti i vigili di lasciare l’arma lì fuori dall’orario di servizio. Riassumendo: rischiamo di avere vigili armati e liberi di girare con la pistola anche fuori servizio, costretti a portarla a casa e con la negazione di ulteriori accertamenti su requisiti psico-fisici”.

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