Sostenere le famiglie che si prendono cura a domicilio dei propri cari non autosufficienti dimessi dall’ospedale: dal 30 settembre scorso è possibile grazie a un’importante sinergia tra l’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli e gli Ambiti territoriali sociali di Ascoli, San Benedetto e dell’Unione dei comuni della Vallata del Tronto che ha permesso la realizzazione del progetto ‘Dimissioni protette in integrazione sociosanitaria’. Finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Pnrr, Missione 5, intervento 1.1.3 ‘Rafforzamento dei servizi sociali domiciliari per garantire la dimissione anticipata assistita e prevenire l’ospedalizzazione’, il progetto prevede che le persone parzialmente autosufficienti, o completamente non autosufficienti, in dimissione dagli ospedali ‘Mazzoni’ e ‘Madonna del Soccorso’, o dall’ospedale di comunità di Ascoli, possano ricevere un importante aiuto assistenziale.
Il progetto è partito il 30 settembre scorso, data a cominciare dalla quale le persone con perdita dell’autonomia parziale o totale, ricoverate in un reparto per acuti dei nosocomi dell’Ast di Ascoli, o nell’ospedale di comunità di Ascoli, possono usufruire delle ‘dimissioni protette in integrazione sociosanitaria’. E’ il reparto dove si trova ricoverato il paziente a segnalare all’unità di valutazione integrata (Uvi) del distretto sanitario al quale appartiene, Ascoli o San Benedetto, il bisogno di organizzare una dimissione protetta. L’Uvi esegue una valutazione sociosanitaria e se la condizione clinica della persona è compatibile con la dimissione al suo domicilio, può attivare l’assistenza medico-infermieristica (Adi) e/o le risorse del nuovo progetto, ovvero l’assistenza al domicilio da parte di un operatore sociosanitario che sarà presente a casa anche quotidianamente, per un totale indicativo di 6 ore a settimana. L’operatore sociosanitario avrà il compito di supportare il paziente a casa per interventi di assistenza (per alzarlo e metterlo a letto, per la cura dell’igiene, per aiutarlo nella somministrazione dei farmaci), ma anche per dare sostegno alla famiglia attraverso la formazione dei caregiver (famigliari o badanti) affinché possano prendersi cura con maggiore risolutezza della persona che assistono che ha subito un peggioramento del suo livello di autosufficienza.
Il progetto è stato costruito a partire da un accordo interistituzionale fra l’Ast e gli Ambiti sociali ed è stato portato avanti in maniera sinergica dalla direzione sociosanitaria dell’Azienda sanitaria e dalle direzioni dei distretti sanitari di Ascoli e San Benedetto con i coordinatori degli Ambiti territoriali sociali 21, 22 e 23, ovvero di San Benedetto, Ascoli e dell’Unione dei comuni della Vallata del Tronto. Il lavoro svolto è stato quello di condividere percorsi e protocolli operativi, con l’obiettivo di coordinare e integrare l’azione dei professionisti sanitari afferenti all’Ast picena e dei professionisti sociali afferenti agli Ambiti insieme alla cooperativa aggiudicataria, ‘Meding Care’, che collabora con proprio personale assistenziale.
La dimissione protetta al domicilio con assistenza medico-infermieristica (Adi) dal 30 settembre si avvale della possibilità di attivare personale assistenziale anche grazie all’importante integrazione sociosanitaria, fortemente raccomandata in tutte le normative nazionali e regionali.
Nella foto, da sinistra: la coordinatrice dell’Ambito sociale 23 dell’Unione dei comuni della Vallata del Tronto Chiara Buondi, il coordinatore dell’Ambito sciale 22 di Ascoli Domenico Fanesi, il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini, il direttore sociosanitario dell’Ast di Ascoli, Sonia Carla Cicero, e la coordinatrice dell’Ambito sociale 21 di San Benedetto del Tronto, Maria Simona Marconi