Il Consorzio tutela e valorizzazione dell’oliva ascolana del Piceno dop comunica con orgoglio di aver ricevuto dal Ministero dell’Agricoltura il rinnovo dell’incarico di tutela e valorizzazione della Dop “Oliva ascolana del Piceno” per il prossimo triennio. “Nonostante le molteplici difficoltà, – si legge in un comunicato – il Consorzio è riuscito a proseguire con continuità il proprio ruolo istituzionale, iniziato nel marzo 2018. Altra importante novità che viene resa nota con soddisfazione è la pubblicazione definitiva in Gazzetta Ufficiale (GURI n. 268 del 15 novembre 2024) della “nuova” versione del Disciplinare di Produzione, che reca delle rilevanti modifiche finalizzate a valorizzare il prodotto DOP, sia nella fase di trasformazione che di commercializzazione. Le modifiche approvate dal Ministero sono il risultato di un lungo lavoro che il Consorzio ha portato avanti in questi anni confrontandosi con gli esperti, ai quali si esprime gratitudine. I contenuti delle modifiche – per sommi capi – riguardano l’anticipo della data di inizio raccolta delle olive al 01 settembre, la riduzione della quantità di sale nella salamoia, la possibilità di accelerare in modo naturale i tempi di fermentazione, la possibilità di vendere ad imprenditori del settore della trasformazione olive già denocciolate (con taglio longitudinale) ed anche le olive con lievi difetti visivi, mantenendo la denominazione DOP. Queste ed altre innovazioni di carattere tecnico della versione del Disciplinare già vigente consentiranno l’apertura di nuovi canali commerciali e quindi l’auspicio è che sia possibile migliorare la remunerazione degli agricoltori che debbono sostenere gli elevati costi per la coltivazione di questa varietà di ulivo di assoluta eccellenza. Il Consorzio intende ora con più fiducia proseguire il lavoro di recepimento delle innovazioni nel settore olivicolo per avviare finalmente in modo virtuoso, in tutto l’areale compreso del Disciplinare di Produzione che abbraccia ben 88 Comuni nella Regione Marche e nella Regione Abruzzo, quella che è definita come DOP economy, a beneficio di tutti gli operatori territoriali della filiera”.