Lo scorso 11 dicembre, gli agenti della Polizia hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di un uomo di origine Albanese, di anni 38, con piccoli precedenti, resosi responsabile del reato di comportamenti persecutori in danno della donna con la quale aveva instaurato una relazione sentimentale, poi interrotta. Gli Agenti di Polizia sono intervenuti nell’hinterland ascolano, a seguito della segnalazione rivolta al servizio pubblico di emergenza 112 NUE, da parte di una cittadina 48enne, residente in un comune della Vallata del Tronto, in quanto minacciata con una pistola dall’ex fidanzato, che non si era rassegnato al termine della loro relazione.
Gli uomini della volante, intervenuti pochissimi istanti dopo, hanno identificato l’autore delle minacce, trovandolo in possesso, di un’arma a salve, tipo scacciacani, priva del tappo rosso, del tutto simile ad un’arma vera.Veniva subito accertato come tale persona si fosse resa protagonista di pregresse condotte persecutorie già denunciate alla locale A.G. dalla vittima, a causa dell’eccessiva gelosia manifestata dall’uomo, che la accusava di ripetuti tradimenti; querela che veniva successivamente rimessa, in quanto l’ex si era calmato e le aveva anche promesso di non farle più del male. La donna formalizzava una nuova querela, descrivendo i successivi comportanti vessatori attuati dall’uomo, fino all’ultimo evento dell’11 dicembre, che l’aveva indotta a chiamare il servizio di emergenza, in quanto minacciata in modo più serio e grave. Venivano acquisiti importanti elementi di riscontro e, l’uomo, in considerazione degli agiti persecutori, veniva tratto in arresto flagrante per il reato p. e p. dall’art. 612 bis c.p., quindi condotto su disposizione del P.M. presso la locale casa circondariale. A richiesta dell’A.G., la misura precautelare veniva convalidata in data 13 dicembre dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale, il quale, sulla base dell’insieme degli elementi raccolti ed a seguito dell’udienza di convalida, applicava all’uomo la massima misura cautelare, quella della custodia cautelare in carcere.
La Questura di Ascoli Piceno ricorda che è necessario denunciare questo tipo di reati, oggetto della violenza di genere, al fine di scongiurare rischi più grandi per la propria incolumità. Il personale dell’Ufficio denunce è sempre a disposizione dei cittadini, anche solo per offrire consigli appropriati alla condizione rappresentata.