“La notizia non stupisce, purtroppo, perché è solo l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete in molte scuole italiane: quella della fragilità e della poca manutenzione degli edifici scolastici. Ad Ascoli, il liceo Stabili-Trebbiani si è risvegliato con i bagni allagati. Un guasto, una perdita d’acqua, forse un tubo ceduto: eventi spiacevoli, certo, ma ormai quasi ordinari. – si legge nella nota degli studenti del Liceo Stabili Trebbiani, che prosegue, – Cosa succederebbe se, al posto dell’acqua, si trattasse di una falla strutturale, di un cedimento più serio? Se già un semplice allagamento paralizza parte dell’attività scolastica, è lecito porsi qualche domanda sullo stato generale degli edifici.
L’incidente, avvenuto nella giornata dell’ 8 Aprile, ha avuto ripercussioni dirette sulla vita scolastica quotidiana. A parlare sono proprio gli studenti, che si sono trovati in difficoltà fin dall’ingresso.
“È stata una situazione davvero difficile», dichiara una studentessa. «Siamo tantissimi, e a causa del guasto, la maggior parte dei bagni era inagibile”
I disagi si sono estesi a tutto l’istituto. “Su tre piani di scuola era praticamente impossibile trovare servizi disponibili”, racconta un’altra ragazza. “I pochi bagni funzionanti erano sempre occupati, si formavano file e si perdeva tempo tra una lezione e l’altra”.
Avvisata subito la vicepresidenza che si è attivata immediatamente per segnalare il guasto. Della situazione è stato messo al corrente il Dirigente scolastico.
Non è la prima volta che i ragazzi denunciano disagi legati alle strutture. Va detto, infatti, che in passato gli studenti hanno più volte manifestato, organizzando scioperi e proteste per
chiedere più attenzione alla condizione degli edifici scolastici. Segnali chiari, ma spesso inascoltati. L’episodio del Trebbiani, dunque, va letto per ciò che è: un campanello d’allarme, più che un’emergenza. Un invito, forse, a considerare l’educazione anche dal punto di vista dei luoghi in cui si svolge. Termina la nota degli studenti: “Perché l’istruzione passa sì dai libri, ma anche – e soprattutto – da ambienti sicuri, dignitosi e funzionali”.