Torna il Premio Sparti, l’iniziativa che mette al centro l’arte contemporanea nella città di Ascoli Piceno. Il tema della IV edizione (2025), il “confine”, coinvolgerà 24 artisti tra italiani e internazionali, sia giovani che affermati. Dal 17 maggio al 28 giugno 2025, Palazzo dei Capitani, sede della mostra contest del Premio, il Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini”, Frida Art Academy e Frida Museum ospiteranno quattro mostre: Zig Zag, a cura di Niccolò Giacomazzi, Confine infinito, a cura di Giuliana Benassi, Ultra male – Ivo Cotani, curata da Zeno Rossi e Last Seen – Dario Capello a cura di Niccolò Giacomazzi. Sempre sabato 17 maggio, alle ore 15, presso il Cinema Odeon (via Marcello Federici 82), si potrà eccezionalmente vedere, unica data in Italia, il primo lungometraggio (ancora in fase sperimentale) dell’artista inglese Martin Creed, in parte realizzato ad Ascoli nel corso degli ultimi anni, dal titolo Work in progress.

sparti1Nato nel 2022 su iniziativa di Zeno Rossi, direttore di Frida Art Academy e di Simone Sparti, dirigente dell’Impresa Sparti, il Premio Sparti è immaginato come una piattaforma culturale per la diffusione e la valorizzazione dell’arte contemporanea ad Ascoli Piceno. Patrocinato dal Comune di Ascoli Piceno, organizzato da Frida Art Academy in collaborazione con Musei Civici Ascoli Piceno e realizzato con il supporto di Impresa Sparti, il Premio intende promuovere il lavoro delle nuove generazioni di artisti e di curatori, e si pone inoltre come attivatore di mostre collaterali in città. La mostra contest del Premio di quest’anno, ZIG ZAG, a cura di Niccolò Giacomazzi, nasce dall’idea di un movimento dinamico e non lineare attraverso i confini. Rappresenta l’attraversamento di soglie, la ricerca di percorsi alternativi e la continua ridefinizione dello spazio e del linguaggio artistico. Il confine quindi inteso non come barriera ma come spazio di transizione e di dialogo. Gli artisti emergenti invitati ad esporre in questa edizione – Veronica Bisesti, Francesca Brugola, Paolo Bufalini, Valerio D’Angelo, Collettivo DAMP, Antonio Della Guardia, Daniele Di Girolamo, Nicola Ghirardelli, Giuseppe Lo Cascio, Caterina Morigi, Matilde Sambo, Wang Yuxiang – approfondiranno nel loro lavoro tematiche plurali: dalla connessione con lo sconosciuto alla ricerca più introspettiva di identità e di rapporti interpersonali. Molte opere sono pensate appositamente per lo spazio espositivo del Palazzo dei Capitani e realizzate specificamente per la quarta edizione del Premio Sparti.sparti

Sabato 17 maggio, la Giuria del Premio composta da Matteo Piccioni (storico dell’arte), Stefano Papetti (curatore scientifico delle Collezioni Comunali di Ascoli Piceno), Giuliana Benassi (curatrice, storica dell’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Roma), Zeno Rossi (direttore Frida Art Academy), Simone Sparti (dirigente Impresa Sparti) selezionerà il giovane artista vincitore dell’edizione 2025, che verrà ufficialmente nominato il 28 giugno, in occasione del finissage e della presentazione del catalogo. Il Premio consisterà nella produzione di una esposizione personale durante la V edizione del Premio Sparti nel 2026. Parallelamente alla mostra del Premio, presso il Museo Civico di Arte Moderna e Contemporanea “O. Licini” si inaugurerà Confine infinito, a cura di Giuliana Benassi, un progetto che coinvolge 9 artisti tra italiani e internazionali: Josè Angelino, Niccolò Berretta, Federica Di Carlo, Flavio Favelli, Luca Grimaldi, H.H. Lim, Lulù Nuti, Jonida Prifti, Julian Rosefeldt. Il confine, esplorato nelle sue molteplici dimensioni: spazio fisico, soglia tra luoghi, linea divisoria o punto di fuga, prospettiva sia orizzontale che verticale. Un concetto che evoca separazione e unione, ma che in questa mostra è svincolato da una lettura strettamente politica o legata all’attualità bellica. Se Josè Angelino indaga il confine sottile che determina l’equilibrio della vita, analizzato tramite dettagli rilevatori dei meccanismi fisici della materia, Niccolò Berretta allude al confine attraverso una ricerca incentrata sulle periferie e i luoghi marginali, borderline. Federica Di Carlo abbraccia il tema del confine con uno sguardo verticale, indicando quello che c’è tra la Terra e l’Infinito; mentre Flavio Favelli fa riferimento a quello geografico, di mare e terra, confondendone i lineamenti. Luca Grimaldi sposta l’attenzione sul paesaggio e sul punto di fuga come prospettiva di orizzonte universale; come H.H. Lim, che tuttavia ne rende illeggibili i suoi margini. Lulù Nuti fa coincidere il confine con l’orizzonte, potenzialmente estendibile, come linea visiva. Jonida Prifti con le sue poesie tratte dal libro “Sorelle di confine” si sposta invece su un discorso più incentrato sulle conseguenze della guerra nell’esistenza di chi vive e oltrepassa i confini; Julian Rosefeldt invece lo affronta come spazio sospeso, zona buia e di tensione tra la vita e la morte. La mostra offre una variegata esplorazione dell’idea di confine, spaziando dalle sue implicazioni fisiche e geografiche a quelle esistenziali e poetiche. Il tema viene dunque indagato in senso ampio, affidando all’arte il ruolo poetico di muovere una riflessione più universale sul concetto: sventolando non una bandiera ideologica e politica, piuttosto ideale e riconducibile a una lettura fisica e metafisica.sparti2

Gli spazi espositivi di Frida Art Academy accoglieranno anche Ultra male, una mostra personale di Ivo Cotani, a cura di Zeno Rossi. Ivo Cotani è un artista visivo, pittore e performer, la cui ricerca si fonda su un’esplorazione multidisciplinare dei linguaggi contemporanei, con un approccio ludico, provocatorio e profondamente simbolico. Nato ad Ascoli Piceno, si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, completando la sua formazione con studi e residenze a Madrid, in Arabia Saudita e in India. Oltre alla sua formazione nelle arti visive, Cotani ha conseguito anche un diploma teatrale come attore presso l’Accademia di Teatro Antropologico di Roma. Il suo lavoro intreccia pittura, installazione e performance, con un’attenzione al corpo come veicolo di senso e trasformazione.

sparti3L’artista sviluppa spesso progetti site-specifici che traducono tensioni culturali, identitarie e simboliche. Presso il Frida Museum, si aprirà infine la mostra personale di Dario Capello – vincitore del Premio Sparti 2024 – dal titolo Last Seen e a cura di Niccolò Giacomazzi. Last Seen nasce dalla volontà di generare una pervasiva idea di assenza, dalla quale emergono forme talvolta stridenti. Queste “forme”, che non hanno connotati di immagine o oggetto, si muovono simultaneamente vicine e lontane, suscitando una sensazione ambigua, piacevole e spiacevole al tempo stesso, simile a un ronzio capace di sedare e annebbiare. Nell’ambito di questa edizione del Premio Sparti, l’artista inglese Martin Creed, uno dei protagonisti della mostra Sillabazione, a cura di Giuliana Benassi, tenutasi lo scorso anno presso il Museo Civico “Osvaldo Licini”, presenterà il suo primo lungometraggio (Work In Progress – montaggio ancora in divenire). Il film racconta di un bambino che cresce e diventa adulto, visto attraverso gli occhi e i capelli di una giovane donna. Si tratta di una storia di formazione raccontata in episodi, dal concepimento attraverso i primissimi ricordi dell’infanzia (la prima parola e il primo disegno) fino al liceo, all’educazione artistica e al primo amore. Parallelamente ad essa si intreccia una storia di vestiti che sale lungo il corpo, dai calzini e dalle scarpe attraverso i pantaloni fino ai cappelli. Nel film, sotto forma di capitoli, vengono inoltre svelati piccoli segreti su alcuni aspetti della vita quali: “Il problema dei pantaloni” e “A cosa servono i baffi?”. I “ricordi” sono stati girati nei luoghi in cui sono accaduti, tra cui la Lenzie Academy di Glasgow, dove gli attuali studenti della scuola recitano in classe scene di bullismo, di cattiva condotta e di sport. Altri episodi, come i “sogni”, sono stati girati in una particolare combinazione di luoghi, tra cui Las Vegas e Ascoli Piceno. Il campione di tennis John McEnroe è presente in una scena fantastica su un campo da tennis di Malibu. Il lungometraggio è interamente scritto e diretto da Martin Creed.

 

 

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